I giapponesi si contagiano meno perché parlando usano meno alcune consonanti
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I giapponesi si contagiano meno perché parlando usano meno alcune consonanti

Secondo il professore emerito, il giapponese prevede un'emissione di aria proporzionalmente più tenue rispetto ad altre lingue

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21 Maggio 2020 - 08.27


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Perché i giapponesi si ammalano così poco, nonostante le misure piuttosto lasche assunte dal governo nipponico per contenere la pandemia COVID-19? E’ una domanda che molti si sono fatti e alla quale, anche in Giappone, non si trova una risposta soddisfacente. Ma uno studioso locale, il professor Shigeru Inoue, ha esposto una teoria originale: secondo lui, il modo di pronunciare alcune consonanti come la “p”, la “t” e la “k” in giapponese produrrebbe meno goccioline che in altre lingue.
E’ da un po’ di tempo che la teoria di Inoue, che non è un complottista ma l’ex direttore del Centro nazionale di ricerca sulle malattie infettive, circola. Secondo il professore emerito, il giapponese prevede un’emissione di aria proporzionalmente più tenue rispetto ad altre lingue nell’articolazione delle consonanti occlusive. Che in alcuni casi – come quello della “p” – sono anche meno diffuse.

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