Un retriscena che adesso si può raccontare ma che nei giorni della crisi più acuta era tenuto ben nascosto: esistevano dei piani di emergenza da attuare nel caso in cui il premier britannico Boris Johnson fosse morto durante il ricovero in ospedale per coronavirus.
Lo ha raccontato lo stesso Johnson in un’intervista al tabloid ‘The Sun’, dicendo: “Non ero in una forma particolarmente brillante e sapevo che esistevano piani di emergenza”. “È stato un momento difficile, non lo nego. Avevano una strategia per affrontare uno scenario tipo ‘morte di Stalin'”, aggiunge l’inquilino di Downing Street riferendosi al film del 2017 incentrato sugli eventi che circondarono la morte del leader sovietico.
In un momento in cui la sua salute è peggiorata e i medici stavano prendendo in considerazione l’idea di intubarlo, ci sono stati dibattiti su come “gestire la comunicazione”.
Il 55enne premier britannico ha trascorso una settimana in ospedale dopo essersi ammalato di Covid-19, ed è stato in terapia intensiva per tre giorni.
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