Coronavirus, in un mese oltre 4.000 vittime in Italia: solo oggi 627 morti

Si tratta del picco più alto mai raggiunto. A Roma si intensificano i controlli, la Pasqua andrà incontro a parecchie restrizioni

Gentiloni
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20 Marzo 2020 - 09.41


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L’incubo del Coronavirus in Italia è cominciato un mese fa, il 21 febbraio, quando i primi casi sono stati registrati a Codogno. I virologi però ormai hanno ben spiegato che questo mostro era annidato nel nostro paese dal almeno la metà di gennaio, e che ha avuto tempo di espandersi soprattutto nel Nord del paese. Oggi, un mese dopo, registriamo una situazione drammatica: le vittime sono arrivate a oltre 4.000 (4.032 per la precisione), con un incremento di 627 in un solo giorno, il picco più alto raggiunto finora. 
Consola un poco il numero dei guariti, che continua ad essere superiore al numero dei morti: sono 5.129 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 689 in più di ieri. Ieri il dato giornaliero sui guariti era di 415. I casi totali in Italia, compresi i morti e i guariti, sono 47.021. I casi attivi, 37.860. 
A Roma rigorosi controlli su chi va a piedi. 
“Si raccomanda fermezza nei controlli degli spostamenti a piedi”,  si legge nella disposizione di servizio decisa dal Comando generale della Polizia locale di Roma che prevede anche maggiori verifiche nei parchi. “Esiste un preciso divieto di ingresso nei parchi ed anche l’esercizio di attività motoria deve essere svolta nel rispetto del distanziamento interpersonale ed evitando aggregazione di persone”
La Pasqua 
Anche la Pasqua si adegua: la data del 12 aprile, resterà invariata, mentre la “messa crismale”, quella di solito celebrata il Giovedì Santo mattina, potrà essere rinviata. Nella messa “in coena Domini” la lavanda dei piedi “si omette”, mentre le processioni e le altre “espressioni di pietà popolare” della Settimana Santa e del Triduo Pasquale si potranno rimandare “in altri giorni convenienti, ad es. il 14 e 15 settembre”. Sono i contenuti di un decreto “In tempo di Covid-19” emanato dal card. Robert Sarah, prefetto per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, diffuso via Twitter.
Le preoccupazioni di Gentiloni 
“La dimensione della risposta comune ancora non è adeguata ma sono stati fatti passi straordinari. Se cambiamo le regole di bilancio, quelle sugli aiuti di Stato e la Bce mette in campo il paracadute, nonostante le differenze (di vedute tra Paesi, ndr) la reazione è stata molto veloce”. Lo ha detto il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni a Radio Anch’io.

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Gentiloni ha spiegato che “avremo conseguenze enormi per tutti i Paesi”, ma ancora “si fa fatica a capire” che non è una crisi “soltanto di uno o di pochi”.

Il commissario europeo ha affermato: “La logica, la filosofia” di Conte sull’uso del Mes ”è assolutamente condivisibile. Le modalità con cui si può fare un’operazione di questo genere sono legate alla discussione su questi eurobond, cioè su strumenti che si costruiscono sul mercato e sono a disposizione per tutti i Paesi”. Gentiloni ha poi spiegato che gli eurobond, o Coronabond, “devono essere lanciati da strutture finanziarie perché sono titoli finanziari europei. La struttura più adatta per lanciarli è il Mes”.

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Ma a livello di dibattito “non ci siamo ancora, è inutile dire cose che non sono ancora nelle decisioni prese, la discussione deve andare avanti. Temo che con l’evoluzione della pandemia aumenterà anche la consapevolezza di tutti che bisogna reagire anche con strumenti finanziari”, ha aggiunto a Radio Anch’io. Gentiloni ha sottolineato che la crisi “riguarda tutti”, e che visto che abbiamo strumenti coordinati dobbiamo provare ad usarli”.

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