L'ex ambasciatrice Usa in Ucraina: "C'è una manovra di Trump per screditarmi"
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L'ex ambasciatrice Usa in Ucraina: "C'è una manovra di Trump per screditarmi"

Marie Yovanovitch ha testimoniato l'esistenza di un complotto per allontanarla dal suo incarico in quanto ostacolava i contatti tra il Presidente Trump e il premier ucraino

Marie Yovanovitch
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5 Novembre 2019 - 12.02


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Marie Yovanovitch, ex ambasciatrice americana in Ucraina, ha rivelato di essere stata vittima di un complott orchestrato per allontanarla dal suo incarico, nel cui era coinvolto l’avvocato personale di Donald Trump. Yovanovitch ha rilasciato questa testimonianza l’11 ottobre scorso ed è stata divulgata dagli inquirenti della Camera che lavorano all’inchiesta sull’impeachment di Donald Trump.
In uno dei più inquietanti passaggi della sua testimonianza, Marie Yovanovitch si è detta preoccupata di essere possibile bersaglio di una rappresaglia di Trump, che in una conversazione telefonica il 25 luglio con il presidente ucraino, si riferì a lei usando le parole ‘bad news’ e descrivendola come qualcuno “che si apprestava a passare attraverso alcune cose”.
“Ero molto preoccupata” dopo aver letto le parole della trascrizione della telefonata, ha dichiarato, aggiungendo: “Lo sono ancora”. E alla domanda se si sentisse minacciata ha risposto “sì”.
La trascrizione della testimonianza di Yovanovitch è la prima di una serie di dichiarazioni di testimoni in procinto di essere pubblicate nei prossimi giorni, aprendo così la strada ad una nuova fase del processo di impeachment che prevede tra l’altro audizioni pubbliche di Yovanovitch ed altre figure chiave della vicenda.
La deposizione resa dall’ex inviata descrive il coinvolgimento di Rudy Giuliani, avvocato personale di Trump, nelle prime fasi di quella che poi è diventata una campagna coordinata per costringere il nuovo leader ucraino ad indagare sugli oppositori politici di Trump, si legge sul quotidiano americano.
Le parole di Yovanovitch sono state rafforzate dalla divulgazione – avvenuta separatamente – della deposizione rilasciata da Michael McKinley, ex consigliere del segretario di stato Mike Pompeo, che ha lasciato il suo incarico il mese scorso in segno di protesta per il trattamento riservato a Yovanovitch ed altri coinvolti nel Kievgate.

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