Sarebbe il leader ucraino Volodymyr Zelensky il capo di Stato straniero cui Trump avrebbe fatto una non meglio specificata ‘promessa’ sulla quale adesso tre commissione della Camera degli Stati Uniti stanno indagando, a partire dalla soffiata di un whistleblower.
La storia
Il whistleblower (letteralmente ‘spifferatore’, ‘sussuratore’) nel diritto americano è una persona che denuncia pubblicamente un’attività illegale di un’organizzazione pubblica o privata, ma lo fa mantenendo l’anonimato e assicurandosi una protezione legale da parte delle autorità giudiziarie, che ovviamente devono ritenere la denuncia attendibile. È andata così per questa storia, che vede un anonimo membro dell’intelligence statunitense (una vasta organizzazione che comprende Cia, Nsa e Dia) denunciare una telefonata di Trump a un leader straniero – secondo i giornali si tratta di Zelensky – in cui è stata fatta una ‘promessa’ in cambio di qualcos’altro. Non si hanno altri dettagli, ma l’indagine è partita e sono ben tre le commissioni che stanno indagando sul presidente, che ha bollato il tutto come ‘fake news’.
La promessa
Ma qual è il contenuto della chiamata? Al momento si possono formulare solo ipotesi e la più quotata è che Trump abbia chiesto a Zelensky di condurre un’indagine su Joe Biden, ex vicepresidente e candidato democratico alla Casa Bianca. In cambio, sempre per pura ipotesi, Trump avrebbe promesso l’influenza degli Usa nelle prossime elezioni ucraine, a favore ovviamente di Zelensky.
Perché proprio l’Ucraina e perché proprio Biden? Perché il figlio di Biden, Hunter Biden è un ex membro del consiglio di amministrazione di una società ucraina del gas e avrebbe esortato il licenziamento di un procuratore ucraino che stava conducendo delle indagini proprio su questa società.
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