Lui, a dire il vero, non è esattamente europeista, perché non vuole scontentare quei settori dell’elettorato laburista (per quanto minoritari) che vogliono la Brexit.
Ma al momento si impegna per una uscita ‘soft’.
“Per milioni di persone, il no deal significherebbe perdita posti di lavoro, uno shock economico che minaccia tutte le industrie”. Così Jeremy Corbyn, nella presentazione della campagna laburista per le Europee, ha attaccato il Brexit party di Nigel Farage, la nuova formazione nata nelle settimane scorse, come “il partito del no deal”. L’uscita dalla Ue senza accordo “sarebbe una Brexit per le elites che farebbe gli interessi dei ricchi che voglio una maggiore deregulation dei servizi pubblici e dei diritti dei lavoratori”.
“Sarebbe la Brexit di Donald Trump – ha aggiunto – lasciandoci in balia di un’amministrazione Usa bellicosa ed irresponsabile. La Brexit di Farage è la Brexit delle teorie complottiste – ha concluso – di quelli che vedono i musulmani, i migranti o George Soros come nemici”.
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