La May chiede ancora tempo, ma l'Europa non ci sta
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La May chiede ancora tempo, ma l'Europa non ci sta

Sembra impossibile trovare un accordo tra Theresa May -che temporeggia chiedendo un rinvio- e Bruxelles che non approva

Theresa May
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20 Marzo 2019 - 11.33


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L’Unione europea è “esausta” e si prepara a un divorzio senza accordo dalla Gran Bretagna, che, guidata da Theresa May, sembra sprofondare nella palude dei cavilli regolamentari e dei veti incrociati e si rivela incapace perfino di spiegare a Bruxelles il motivo per cui si appresta a chiedere un rinvio della Brexit.
“Una proroga lunga deve essere legata a qualcosa di nuovo, a un elemento nuovo, o a un processo politico nuovo”, ha detto il capo-negoziatore dell’Ue, Michel Barnier, insistendo sul fatto che la questione chiave è “a cosa serve”. “Il perché della proroga condiziona la durata”.
Se la premier britannica è convinta da un lato di poter sfidare lo speaker della camera dei Comuni, John Bercow, che richiamandosi a una prassi che dura dal 1.600 ha vietato un voto sullo stesso testo di accordo, e dall’altro di ottenere un rinvio dall’Ue, è proprio da quest’ultima che arrivano perplessità in grado di riflettersi su quanto accade nel parlamento britannico. Londra, ha infatti affermato Barnier, “deve chiarire se una proroga aumenta le chance di una ratifica dell’accordo di ritiro”.
Inoltre, il governo britannico deve decidere se “vuole un po’ più di tempo per lavorare di nuovo sulla dichiarazione politica” sulle relazioni future che “può diventare più ambiziosa nei prossimi giorni”.
In caso contrario, il Regno Unito deve chiarire “quali sarebbero gli obiettivi della proroga e come assicurarci che alla fine della proroga non ci ritroviamo nella situazione di oggi”.
Barnier ha ribadito che l’attuale accordo “è il solo possibile per un’uscita ordinata del Regno Unito. Se il Regno Unito vuole uscire dall’Ue in modo ordinato, questo trattato sul ritiro è il solo possibile”.
“A 10 giorni dalla data formale di uscita – ha concluso – si è a un “momento chiave di questo lungo negoziato Brexit”.
“Non decidere nulla significa no-deal”. Theresa May, che in queste ore fronteggia una spaccatura nel governo e ipotesi di rinvio anche di due anni, scriverà entro il prossimo giovedì, quando si terrà il Consiglio europeo, al presidente Donald Tusk, delineando i suoi prossimi passi.
La richiesta “non è né certo né automatico” che verrà accolta all’Ue, ha fatto sapere l’Eliseo che in queste ore sta incarnando più di altri lo scetticismo dei ventisette.
“Non decidere nulla da parte britannica, significa decidere il no-deal”, ha detto il ministro degli Affari europei, Nathalie Loiseau, al suo ingresso a una riunione del Consiglio dell’Ue.
“Se non c’è decisione” da parte britannica “vale la data del 29”, ha avvertito Loiseau.
“È una scelta che deve essere fatta dal Regno Unito. Hanno detto ‘no’ a un ‘no-deal’ e hanno detto ‘no’ a un accordo credibile. Devono cambiare idea su una delle due opzioni”, ha spiegato il ministro francese, sottolineando che l’Ue è “pronta” a affrontare un’uscita del Regno Unito senza accordo e che la decisione sulla proroga deve essere presa “all’unanimità”.
Angela Merkel, invece, infonde saggezza e ulteriore pazienza. “Lotterò fino all’ultimo” per un accordo, ha detto, invitando i leader a rilasciare meno dichiarazioni – ma poi lascia che il proprio ministro per gli Affari europei, Michael Roth, si sfoghi: “Siamo esausti”. 
“Tocca al primo ministro e al governo di sua Maestà ha sintetizzato il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas – decidere i prossimi passi e poi informarci rapidamente”.
Trovandosi, finora, di fronte a un no-deal di fatto, l’Ue si prepara. Il Consiglio ha dato il via libera a una serie di misure di emergenza in caso uno scenario di Brexit senza accordo. “Lo scopo di questi atti è limitare il danno più grave causato da una Brexit disordinata in settori specifici in cui creerebbe un grave disagio per i cittadini e le imprese.
Si aggiungono ad altre misure, come quelle sui diritti dei cittadini, adottate dagli Stati membri come parte della loro preparazione per uno scenario di “no-deal” “, fa sapere Bruxelles.
Gli atti legislativi salvaguardano i diritti di sicurezza sociale dei cittadini degli Stati membri dell’UE nel Regno Unito e del Regno Unito nell’UE a 27 e quelli dei i giovani che partecipano al programma Erasmus +.
Un altro regolamento garantisce il finanziamento continuato, fino al 2020, dei programmi PEACE e INTERREG VA tra le contee di confine dell’Irlanda e dell’Irlanda del Nord. Un regolamento riguarda la pesca e un altro garantisce che l’UE possa concedere alle navi del Regno Unito l’accesso alle proprie acque fino alla fine del 2019, a condizione di un’azione reciproca da parte del Regno Unito.
Infine, sono state adottate misure temporanee per garantire la regolarità del del trasporto aereo, del trasporto di merci su strada e passeggeri su strada e la continuità degli investimenti in infrastrutture.

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