Comincia oggi, martedì 23 ottobre, la 14esima Carovana di madri centroamericane alla ricerca dei figli scomparsi. Partiranno da Ciudad Hidalgo, in Chiapas, al confine tra Messico e Guatemala. Ed entro il 7 novembre passeranno per 12 Stati del Paese, 4 mila chilometri in tutto. L’iniziativa vuole denunciare l’attuale gestione dei flussi migratori e chiedere risposte per i familiari desaparecidos. Il tema dominante della carovana è “il diritto alla verità e alla giustizia”.
Il Forum delle migrazioni. A Città del Messico le madri centroamericane prenderanno parte all’incontro mondiale di madri di migranti scomparsi, che si svolgerà dal 2 al 4 novembre, all’interno del Forum sociale mondiale delle migrazioni. L’obiettivo, dice il Movimento Migrante Mesoamericano, è «mettere in rete le organizzazioni tra i familiari (dei migranti desaparecidos, ndr), e in particolare le madri, soggetti che condividono una lotta per incontrare i propri cari e riunire le famiglie “rotte” dai fenomeni di allontanamento forzato, perché possano scambiarsi esperienza di ricerca e di cura, alimentare la speranza e riconoscere che il problema della scomparsa di persone in movimento è mondiale ed estremamente complesso».
In punto di diritto. Quello che chiedono queste famiglie è già previsto, in teoria, da alcune norme internazionali. La Convenzione americana sui diritti umani, infatti, riconosce il diritto di conoscere la sorte dei propri cari (articolo 25).Eppure sono ancora tanti quelli che muoiono, o che risultano scomparsi, nel tentativo di arrivare negli Stati Uniti.
Il dramma dell’Honduras. Tra chi denuncia la situazione in questi giorni c’è Bartolo Fuentes, giornalista ed ex deputato honduregno tra i promotori della Carovana di più di 2 mila migranti che il 13 ottobre scorso sono partiti da San Pedro Sula verso gli Usa. Dal 2013, infatti, in Honduras sono rientrati 1.300 corpi, 200 nel solo 2018. Altri sono rimasti nel deserto.
Quando le vittime sono bambini. La problematica dei bambini in viaggio ha assunto dimensioni preoccupanti. Secondo il report “Sradicati” dell’Unicef, infatti, tra il 2016 e l’aprile 2018 «68.409 bambini migranti sono stati detenuti in Messico» e, di questi, il 91% sono stati espulsi verso l’America Centrale. E i dati relativi a quest’anno sono altrettanto preoccupanti: dei 96.216 migranti rimpatriati dal Messico e dagli Usa fra gennaio e giugno, ben 24.189 sono donne e bambini. «Milioni di bambini nella regione sono vittime di povertà, indifferenza, violenza, migrazioni forzate e paura di essere espulsi. In molti casi, i bambini che sono rimandati nei loro Paesi d’origine non hanno nessuna casa in cui tornare, e finiscono per essere sommersi dai debiti o sono presi di mira dalle gang criminali. Essere riportati a situazioni invivibili rende più probabile una nuova migrazione», ha dichiarato Marita Perceval, direttore Unicef per America Latina e Caraibi.
L’articolo integrale di Luca Martinelli, “Centro America in movimento tra Carovana delle madri e bimbi migranti”, può essere letto su Osservatorio Diritti
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