Una dozzina di dipendenti di Google si è dimessa per protesta rispetto al coinvolgimento dell’azienda nel progetto Maven, un controverso programma militare americano che usa l’intelligenza artificiale del colosso di Mountain View per analizzare i video e le immagini raccolte dai droni con lo scopo di automatizzare la classificazione di oggetti e persone. Maven, conosciuto anche col semplice acronimo AWCFT (Algorithmic Warfare Cross-Functional Team) ha lo scopo di “accelerare l’integrazione delle tecnologie per il machine learning e l’elaborazione dei big data da parte del Ministero della Difesa” e Google si starebbe occupando proprio dello sviluppo di sistemi di analisi dei contenuti dei filmati catturati dai droni, non è chiaro se solo per compiti di sorveglianza o anche per dotare gli stessi di avanzate capacità di attacco autonomo tramite il riconoscimento di obiettivi sensibili.Non è la prima volta che i dipendenti del colosso si ribellano alle decisioni assunte dall’alto. Nel 2015 i lavoratori contestarono la decisione di Google di vietare i contenuti sessuali espliciti postati sulla piattaforma Blogger.
Molti dirigenti, stando alle fonti di Gizmodo, avrebbero tentato in questo lasso di tempo di difendere il progetto, spiegandone le ragioni ai dipendenti – molti dei quali avrebbero messo per iscritto le loro motivazioni, deriverebbe sia da preoccupazioni etiche sia dal timore di una perdita di fiducia e reputazione rispetto agli utenti. Oltre al gruppo di dimissionari, circa 4mila dipendenti hanno espresso la loro opposizione al progetto firmando una petizione interna per chiedere la cancellazione del contratto. E più di 90 accademici che studiano intelligenza artificiale, informatica ed etica hanno scritto una lettera aperta a Google chiedendo di interrompere il progetto Maven e di sostenere la proposta di un trattato internazionale che proibisca sistemi d’arma autonomi.