Le aree ribelli siriane di Idlib e di Ghouta orientale, un sobborgo di Damasco, sono state messe a ferro e fuoco nelle ultime ore da raid aerei e dall’artiglieria siriana. Questi due settori si trovano nella regione di Deraa, nel sud, e nella piccola sacca di Rastan, a nord di Homs, gli ultimi territori ancora nelle mani degli insorti. Ieri 29 civili, tra cui sette bambini, sono stati uccisi in raid aerei e bombardamenti di artiglieria nella periferia orientale di Damasco, secondo quanto ha riferito l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo.
Solo nella giornata di ieri sono stati quasi quaranta i bombardamenti aerei. In due attacchi aerei a molto frequentati mercati di Arbin e Beit Sawa sono rimaste uccise dieci persone. Per rappresaglia, i gruppi ribelli hanno lanciato mortai nella capitale e nelle aree circostanti, causando due morti.
Nella provincia di Idlib, nel nord-ovest del Paese, due ospedali sono stati attaccati dall’aviazione del regime siriano e da quella russa. Quello di Maarat Al-Nouman, colpito tre volte domenica notte, ormai non fuziona più. Un edificio di sei piani, a causa di un violento bombardamento, è crollato, provocando la morte di sedici civili, otto dei quali appartenenti ad un unico nucleo familiare,
Nella città di Saraqeb, secondo la segnazione di testimoni e di medici, undici persone sono state ricoverate per soffocameno attribuito a “gas tossici”, probabilmente di cloro, un’arma usata più volte dal potere siriano. “È come la fine del mondo”, ha esclamato Raëd Saleh, il capo dei White Helmets, il servizio di salvataggio allestito in aree controllate dai ribelli.
L’intensificazione degli attacchi è arrivata dopo la distruzione, nel cielo di Idlib, un aereo da caccia russo, abbattuto da un missile terra-aria lanciato dai miliziani jihadisti di Hayat Tahrir Al-Cham, dominante nella regione di Idlib e ritenuto vicino ad Al Qaeda Il pilota russo, pur di non cadere nelle mani dei miliziani, si è fatto saltare in aria azionando una granata.