Bambino venduto a una rete di pedofili, la polizia non è intervenuta
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Bambino venduto a una rete di pedofili, la polizia non è intervenuta

Il piccolo di nove anni è stato venduto dalla madre e dal partner, un pedofilo acclarato. Ora è polemica perché le autorità non sono intervenute come avrebbero dovuto.

Le indagini hanno condotto a 8 arresti
Le indagini hanno condotto a 8 arresti
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globalist Modifica articolo

18 Gennaio 2018 - 18.51


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Un caso di pedofilia particolarmente grottesco e agghiaccinate è al centro di numerose polemiche in Germania: un bambino di 9 anni è stato venduto dalla madre su internet a un giro di pedofili. La vicenda, per la quale si indaga in quattro paesi (Germania, Austria, Svizzera e Francia) e sono stati compiuti otto arresti, è complessa soprattutto per quanto riguarda la responsabilità delle autorità competenti.

I fatti, con ordine: il pericolo principale per la tutela del minore era rappresentato proprio dai suoi genitori, il padre, Christian L., già condannato nel 2005 per aver molestato una 13enne (e con il divieto di avvicinarsi a chiunque al di sotto dei 18 anni) e la madre, responsabile della “vendita” del piccolo su internet. 

Già un anno fa, la polizia aveva in mano tutti gli elementi per procedere e hanno avvertito i servizi sociali, che hanno preso in custodia il bambino per 4 settimane, per poi restituirlo alla madre (su sentenza di un giudice) a condizione che il partner non vivesse più con loro, condizione mai verificatasi.

Ora è scoppiata la polemica perché nessuno, tra tribunali, polizia e servizi sociali ha verificato che il bambino non avesse già subito abusi fisici e psicologici e che non siano stati in grado di proteggerlo.

 

 

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