Sul Russiagate Bannon sceglie la strada del silenzio, ma si avvicina la resa dei conti
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Sul Russiagate Bannon sceglie la strada del silenzio, ma si avvicina la resa dei conti

Davanti al Comitato di intelligence della Camera dei rappresentanti fa scena muta, ma si avvicina la citazione del procuratore Mueller e lì non potrà stare zitto

Steve Bannon
Steve Bannon
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17 Gennaio 2018 - 08.38


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Si sta avvicinando il ‘redde rationem’ per Steve Bannon, l’ex stratega della campagna elettorale di Donald Trump che ieri, davanti al Comitato di intelligence della Camera dei rappresentanti, ha rifiutato di rispondere alle domande postegli soprattutto dai democratici in ordine alle presunte ingerenze russe nella politica americana.
Tanto che il presidente della commissione, il repubblicano Devin Nunes, ha cercato di costringerlo a rispondere con l’ipotesi di farne destinatario di un mandato di comparizione.
Ma anche davanti a questa minaccia Bannon ha deciso di non rispondere. Una linea che il più alto rappresentante democratico della Commissione, Adam Schiff, ha spiegato dicendo che Bannon ha semplicemente obbedito alle istruzioni della Casa Bianca di non rispondere.
Steve Bannon è solo una delle persone che il comitato intende ascoltare, come l’ex direttore della campagna di Trump, Corey Lewandowski.
Per Steve Bannon i guai potrebbero arrivare nei prossimi giorni, quando il procuratore speciale Robert Mueller lo convocherà ufficialmente per essere sentito in merito alle ingerenze russe nella campagna elettorale del 2016.

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La citazione potrebbe essere un modo per mettere all’angolo Bannon e quindi indurlo a collaborare e rivelare particolari sui presunti contatti tra elementi dell’entourage di Trump e soggetti riconducibili alla Russia.
Donald Trump ha sempre respinto ogni accusa di collusione della sua squadra con la Russia e lo stesso ha fatto Mosca.

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