Shithole: i salti mortali dei media per tradurre le volgarità di Donald Trump
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Shithole: i salti mortali dei media per tradurre le volgarità di Donald Trump

Per 'shithole' si passa dalla traduzione letterale ad altre meno pesanti. Dell'agenzia ufficiale taiwanese la più fantasiosa: ''paesi in cui gli uccelli non depongono uova''

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13 Gennaio 2018 - 11.06


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La ”delicata” definizione usata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump – ‘shithole’, nella ‘versione originale’ – nei confronti di alcuni Paesi centro-americani e africani – ha posto un problema alla stampa di tutto il mondo che si è trovata davanti alle necessità di tradurre la sua espressione lasciandone intatto l’impatto, ma evitando di cadere nella volgarità.
In francese, molti media, tra cui l’Afp, hanno adottato la formula molto approssimativa di “paese di merda”, vicino al significato letterale e in linea con lo stile spesso ”immaginifico”, per dirla dannunzianamente, di Trump, che tuttavia ha lasciato intendere che non avrebbe usato l’espressione incriminata. Dizionari bilingui, come Harrap, offrono tuttavia soluzioni meno volgari, come “porcile”, “baraccopoli” o “buco perso”.
La stampa spagnola è in sintonia con la stampa francese con “paises de mierda”, i media greci hanno introdotto una sfumatura: “paese dei bagni”.
Nei Paesi Bassi, il grande quotidiano Volkskrant e buona parte della stampa in lingua olandese evitano la volgarità usando il termine “achterlijke” o “arretrati”.
In Russia, Ria Novosti parla di “buco sporco”, ma Troud, un giornale sindacale, va oltre con “buco di merda”. L’agenzia ceca Ctk sceglie di parlare di “culo del mondo”.
Molti media tedeschi hanno optato per i”Dreckslöcher”, che può essere tradotto come “buchi di topo”. L’allegoria animale è usata anche nella stampa serba, con l’espressione “vukojebina”, cioè “il luogo in cui i lupi si accoppiano”.
In Asia, i media sembrano più infastiditi nel trovare la parola giusta nella lingua locale, mentre a volte evitano di esagerare.
In Giappone, il canale Nhk ha scelto di chiamarlo un “paese sporco”, con l’agenzia Jiji che usa un termine gergale, che potrebbe tradursi in “paese da toilette”.
I media cinesi hanno preferito parlare di “cattiva nazione”, evitando di riprodurre l’espressione originale nella sua maleducazione.
La versione più allusiva e fantasiosa va senza dubbio all’agenzia Cna di Taiwan, che evoca “paesi in cui gli uccelli non depongono uova”.

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