Parole durissime: il presidente deposto della Generalitat di Catalogna, Carles Puigdemont, ha accusato le autorità spagnole di condurre “una brutale offensiva giudiziaria” contro i membri del suo governo rimosso e ha affermato di avere il timore di non ricevere un processo equo nei tribunali spagnoli. Lo ha scritto in un articolo firmato di suo pugno per il Guardian, dove parla di “colossale oltraggio” nei confronti suoi e dei vertici della Generalitat che sono stati indagati per accuse tra cui sedizione e ribellione, in relazione al loro ruolo nella dichiarazione unilaterale d’indipendenza dello scorso mese. “Oggi i leader di questo progetto democratico sono accusati di ribellione e affrontano la più severa pena possibile secondo il codice penale spagnolo, la stessa per i casi di terrorismo e omicidio: 30 anni di carcere”, ha scritto Puigdemont.
Il leader indipendentista dice inoltre di dubitare che lui e i colleghi possano ottenere una “udienza equa e indipendente” in Spagna, chiedendo “controllo dall’esterno” per contribuire a portare la crisi catalana a una conclusione politica, più che giuridica. “Lo Stato spagnolo deve onorare ciò che è stato detto molte volte negli anni del terrorismo: si metta fine alla violenza e si potrà parlare di tutto. Noi, sostenitori dell’indipendenza catalana, non abbiamo mai scelto la violenza, al contrario. Ma ora scopriamo che era falso che tutto fosse aperto alla discussione”.
Puigdemont contro Rajoy: ci trattano come terroristi e assassini
Il deposto presidente catalano denuncia la brutale repressione: la ribellione è punita con 30 anni, la più severa possibile per il codice spagnolo
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6 Novembre 2017 - 18.38
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