Nella giornata che gli unionisti catalani hanno scelto per fare sentire la loro voce, organizzando una grande manifestazione a Barcellona, quasi una prova di forza, il fronte secessionista sembra essere entrato nella fase decisiva per il futuro del processo indipendentista, difendendo comunque la legittimità del governo e del parlamento catalani, sciolti da Madrid.
Sta quindi arrivando il momento di decidere, dopo le dichiaraizoni e le tante parole, come fronteggiare concretamente l’offensiva del Governo che, rimuovendo il governo, sciogliendo il parlamento e decapitando la polizia autonoma e la burocrazia regionale, ha fatto della Catalogna un territorio controllato, nell’accezione più dura he si può dare a questo termine.
Ma, così almeno pare, tutto va verso una radicalizzazione dello scontro perché le forze politiche catalane indipendentiste non modificano la loro convinzione d’essere bersaglio di una azione anti-democratica, che vuole zittire un popolo intero. In ogni caso, come ha detto il vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, ”Puidgemont è e resterà il presidente e Carme Forcadell è e resterà la presidente del parlamento, tutto ciò almeno fino a quando i cittadini decideranno altrimenti con elezioni libere”.
Oriol Junqueras non è ”solo” il vice di Puigdemont, per molti è l’ideologo dell’indipendentismo, quello che traccia le strategie e, quando serve, mostra la faccia dura della secessione. E quando dice, come ha fatto in queste ore, che si sta avvicinando il momento delle decisioni e che ”non saranno facili da capire”, c’è da pensare.
Junqueras, leader di Esquerra Republicana, ha avvertito che ci saranno “momenti di incertezza , dubbi o contraddizioni” tra ciò che vogliamo raggiungere e il modo per ottenerlo.
Il vicepresidente della Generalitat sembra volere insistere su una cosa: se siamo arrivati a questo punto non è per la nostra volontà di dichiarare l’indipendenza contro Madrid, ma perché il governo non ha mai allacciato con noi delle relazioni vere, impostate innanzitutto sul reciproco rispetto. Invece ci ha trattato sempre con disprezzo, non considerando le nostre idee e bocciando le nostre proposte ancora prima che le potessimo illustrare. Ci siamo trovati davanti ad uno Stato, ha detto Junqueras, ”che è in grado di utilizzare tutti i suoi strumenti per colpire letteralmente milioni di cittadini perché vogliono votare “.