Nel giorno della scadenza del precedente ‘travel ban’, che – per ragioni di sicurezza – aveva sospeso l’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di sei Paesi a maggioranza musulmana (Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen), Donald Trump ha emesso un nuovo decreto che ha allargato le restrizioni a chi proviene da Ciad, Corea del Nord e, nel caso di alcuni funzionari governativi e dei loro familiari. Questa volta non si può parlare quindi di ‘muslim ban’, ma di un provvedimento più ampio e composito. Ed è solo uno dei motivi per i quali il nuovo testo potrebbe avere meno chance di essere bollato come incostituzionale dalla Corte Suprema.
Trump aveva indicato che gli Usa avrebbero dovuto accettare al massimo 50mila rifugiati per il reinsediamento permanente nell’anno fiscale 2017, che si conclude il 30 settembre. Meno della metà dei 110mila autorizzati dall’ex presidente Usa Barack Obama. In parte per via degli ostacoli venuti dalla giustizia a quei decreti, nell’anno fiscale 2017 gli Usa hanno alla fine accettato oltre 50mila rifugiati. Stando al dipartimento di Stato, sono 51.392 i rifugiati accolti fino ad agosto di quest’anno.
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