Il Kurdistan al voto per l'indipendenza dall'Iraq tra tensioni e venti di guerra
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Il Kurdistan al voto per l'indipendenza dall'Iraq tra tensioni e venti di guerra

Si vota anche nella regione di Kirkuk, ricca di petrolio e in altre zone contese, come alcuni distretti di Ninive, di cui Mosul capoluogo, e altri della regione orientale di Diyala.

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25 Settembre 2017 - 09.09


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Al voto la regione autonoma del Kurdistan per il controverso referendum consultivo sull’indipendenza dal resto dell’Iraq, al quale si oppongono in maniera netta quasi tutte le potenze regionali (tranne Israele) e internazionali. Si vota anche nella regione contesa di Kirkuk, ricca di petrolio e in parte controllata dalle milizie curdo-irachene. Si vota anche in altre zone contese, come alcuni distretti di Ninive, di cui Mosul è capoluogo, e altri della regione orientale di Diyala, confinante con l’Iran. In tutto sono chiamati al voto più di cinque milioni di abitanti della regione autonoma, tra cui turcomanni, assiri e arabi. Il referendum potrebbe avere conseguenze imprevedibili, sia per l’Iraq che per altri Paesi dell’area, a cominciare dalla Turchia, preoccupata sulla ‘sua’ minoranza curda, concentrata nel Sud-est del Paese. Sono 12.072 i seggi a cui sono chiamati i 5,3 milioni di elettori registrati, sparsi in tre province del Kurdistan autonomo. I risultati saranno resi noti domani. Voluto dal presidente della regione autonoma curda Massoud Barzani e promosso dal suo PDK, (il Partito Democratico del Kurdistan ), la consultazione popolare in realtà non è  appoggiata da tutte le forze politiche. Non piace in particolare all’Unione patriottica del Kurdistan (Puk) che nelle ultime settimane non si è certo spesa per la mobilitazione degli elettori.(Segue)   Z10 l problema non è l’idea in sé dell’indipendenza, che raccoglie un trasversale favore, ma lo stesso Barzani. Secondo molti analisti il vero obiettivo del presidente è infatti rafforzare il suo potere e tentare di strappare un ulteriore mandato. Cogliendo allo stesso tempo la congiuntura favorevole per rivendicare la causa del “popolo senza uno Stato”, i cui combattenti sono stati – e in Siria continuano ad essere – cruciali nella guerra allo Stato islamico.  Barzani, presidente del Kurdistan dal 2005, ha già ottenuto due proroghe dell suo mandato, scaduto oltre quattro anni fa e i suoi oppositori dichiarano illegale la sua permanenza alla guida della regione autonoma. Il primo novembre, sempre su decisione di Barzani, si terranno nuove elezioni presidenziali.

Turchia chiude l’ingresso ai veicoli dalla regione curda  Le autorità turche hanno sospeso l’accesso nel Paese a veicoli e camion che arrivano dal Kurdistan attraverso il valico di Habur, come risposta al referendum per l’indipendenza che si sta tenendo nel territorio autonomo iracheno. E’ quanto riferisce il quotidiano turco Hurriyet.  I veicoli passano dalla Turchia all’Iraq, ma non in senso contrario. Un comunicato del ministero degli Esteri, diffuso stamane, sottolinea ancora una volta che Ankara rifiuta il referendum “perche è privo di base e legittimità legale” e annuncia che “prenderà tutte le misure necessarie” per proteggere la sua sicurezza, senza però specificare quali.  

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