Più chiari di così non si può: ‘Né Marine, né Macron, né patria, né padroni’. Ecco lo slogan degli studenti delusi dai vincitori del primo turno, Marine Le Pen e Emmanuel Macron, irrompe nelle piazze di Francia infiammate dagli scontri tra giovani e polizia in tenuta antisommossa a dieci giorni dal ballottaggio del 7 maggio.
La Chiesa. Contrariamente a quanto avvenuto nel 2002, la Conferenza episcopale di Francia ha deciso di non schierarsi a favore di nessuno dei due candidati al ballottaggio per l’Eliseo. Mentre Le organizzazioni religiose tanto ebree che musulmane hanno invitato gli elettori a sostenere Emmanuel Macron di fronte a Marine Le Pen. “La Chiesa cattolica – ha detto il portavoce citato da Bfmtv – non invita a votare né per l’uno né per l’altro candidato, ma ricordando l’importanza delle poste in gioco a questa elezione, auspica dare a ciascuno alcuni elementi per poter scegliere” e segue un elenco di questioni che vanno dalla famiglia, al rispetto dei legami di filiazione, alle preoccupazioni per i più poveri, anziani, handicappati o disoccupati, per citare infine anche l’accoglienza dei rifugiati. Nessuno dei due aspiranti alla presidenza della Repubblica condivide in toto Le posizioni della Chiesa su questi argomenti: ad esempio sui migranti Le Pen ha posizioni diametralmente opposte, così come Macron Le ha sulla procreazione assistita.
Intanto, dalla ‘France Insoumise’, il partito di Jean-Luc Mélenchon, 19% delle preferenze nel primo turno di domenica scorsa, continua a non venire alcun segnale anti-Fn. Rifiutando di svelare la sua scelta per il secondo turno, il leader della sinistra radicale lascia il suo elettorato popolare, tra cui tanti giovani, alla portata di Le Pen, deplorano media e commentatori a Parigi.
La protesta non è stata solo verbale ma oggi si sono mobilitati una ventina di licei di Parigi con momenti di tensione con le forze dell’ordine, come anche a Rennes, in Bretagna, e a Tolosa, nel sud-ovest del Paese. Stamattina le entrate di alcuni licei di Parigi erano bloccate da picchetti di protesta, in cui erano esposti simboli anarchici, antifascisti e anticapitalisti.
I giovani, alcuni dei quali incappucciati o col volto coperto, tramite social network, si erano dati appuntamento a Place de la République – la piazza simbolo nel cuore della capitale – per manifestare soprattutto contro il Front National. Tra gli slogan scanditi dalla folla “Citoyens debout, les fachos sont parmi nous”, poi anche “Bella Ciao” e “Siamo tutti antifascisti” in lingua italiana. Erano circa 500 e poi si sono diretti nella vicina piazza della Bastiglia, altro luogo storico delle proteste. La tensione è ben preso salita: lancio di oggetti, tafferugli, la polizia è dovuta intervenire con i lacrimogeni, anche nella metro, con passeggeri in fuga per evitare la nuvola di gas. Nel vicino Boulevard Beaumarchais i casseurs hanno spaccato le vetrine di almeno una banca.
Anche a Rennes, in Bretagna, si sono verificati momenti di tensione: un migliaio di persone ha sfilato e anche in questo caso la polizia ha fatto uso di lacrimogeni per disperdere il gruppo che voleva accedere al centro storico e bloccare i binari della stazione. “#OnVautMieuxQueCa”, “Meritiamo meglio”, era una delle parole d’ordine lanciate sui social per dare appuntamento ai 950 manifestanti secondo la polizia, 1’500 secondo gli organizzatori.
Sempre a Rennes, un agente è stato aggredito a bastonate da un gruppo di facinorosi, che lo hanno ripetutamente colpito sul casco. Nel video diffuso sul web, si vede il poliziotto sfoderare la pistola di servizio puntandola contro la folla. Altri cortei si sono tenuti a Tolosa e a Nantes.
Intanto fioccano critiche contro Jean-Luc Mélenchon. Sui social impazza un video del 2002 quando, coperto da un cappellone nero, invitò gli elettori a “turarsi il naso” e “infilarsi i guanti” ma a votare ad ogni costo per Jacques Chirac nello storico ballottaggio contro Jean-Marie Le Pen.
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