Trump imita i misfatti di Bush: orrore come risposta all'orrore
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Trump imita i misfatti di Bush: orrore come risposta all'orrore

L'attacco missilistico Usa ha trovato largo consenso: una parte dellì'opinione pubblica ama l'elmetto

Un bambino morto in un bombardamento
Un bambino morto in un bombardamento
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Gianni Cipriani Modifica articolo

7 Aprile 2017 - 16.53


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La strage di Khan Sheikhum è stata atroce. Barbara. Disumana.
Perché fatta con l’uso di gas nervini che oltre ad uccidere hanno inferto atroci sofferenze alle persone colpite.
L’altro giorno Globalist, mentre molti media occidentali ancora si occupavano di altro, è stato tra i primi a parlare e a denunciare l’ennesimo crimine contro la popolazione civile, tra l’altro suscitando un grande interesse, visto che i soli articoli su Khan Sheikhum hanno avuto l’attenzione di 615 mila lettori.
Noi quindi non abbiamo sottovalutato la strage e l’abbiamo denunciata e documentata.
Il problema è che – per scelta –  in questi anni noi le stragi di civili le abbiamo denunciate tutte, senza eccezioni e senza considerarne legittime alcune o orrende altre solo a seconda dei responsabili.
Abbiamo parlato delle ripetute carneficine degli aerei della coalizione a guida Usa, dei raid dei francesi e degli inglesi. Abbiamo raccontato le stragi dei bombardamenti turchi. Quelle degli aerei russi e siriani. I crimini nello Yemen con i raid dell’aviazione a guida saudita.
Le armi chimiche sono vietate. Ed è giustissimo. Ma i corpi dei bambini, delle donne e dei vecchi dilaniati e arsi vivi dalle bombe lanciate su obiettivi civili sono anch’essi crimini di guerra e i responsabili dovrebbero pagare.
Oggi, in un festival dell’ipocrisia, i responsabili di ripetuti crimini si ergono a giudici dei crimini altrui e denunciano gli orrori, ma sempre e solo quegli altrui.
Il tutto mentre una parte dell’opinione pubblica e della classe politica forse orfana dalle sciagure di Bush junior sembra essersi messa l’elmetto e commenta compiaciuta la virata muscolare di Trump, accolta con gli squilli di tromba da settimo cavalleria dei western di una volta. Magari dimenticando che parliamo di un presidente che tra i primi atti ha ordinato un’azione nello Yemen che ha causato la morte di 57 persone, tra cui 16 donne e bambini. Ma si trattava di lotta al terrorismo. Esattamente quello che dicono russi e truppe di Assad, visto che la città colpita con i gas è sotto controllo di milizie che si rifanno ad al Qaeda.
La verità è che oltre 15 anni di sedicente “lotta al terrorismo” che ha fatto solo crescere il terrorismo e ha legittimato i vari terrorismi di stato – sempre in nome della lotta al terrorismo – non ha insegnato nulla.
Purtroppo il partito della guerra è trasversale e in questi 15 anni (senza tornare troppo dietro) le diplomazie sono state sempre sostituite da militari, bombe, armi. E terrorismo.
Ora che Trump ha lanciato 59 missili la fine delle guerre si è avvicinata? Non credo. Ma oggi ci sono troppi commenti soddisfatti e analisi da stadio.
Personalmente mi fa orrore la strage Khan Sheikhum, ma come tutte le altre, anche quelle che non fanno notizia. Ma mi fa rabbrividire questa compiacenza di fronte alle rappresaglie e alla politica dell’elmetto. Non è di questo che ha bisogno il mondo. Dopo oltre 15 anni di fallimenti, di destabilizzazione e di morti sarebbe ora di aprire gli occhi. Ma sul serio.

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