Al coro anti Trump si unisce il mondo economico delle aziende. A prendere posizione contro i recenti provvedimenti del presidente Usa che bandiscono i viaggiatori di 7 paesi a maggioranza islamica, è la catena di caffetterie Starbucks, che ha annunciato la volontà di assumere 10 mila rifugiati in tutto il mondo nei prossimi 5 anni, proprio in risposta alla politica anti immigrazione di Trump. Ad annunciarlo lo stesso fondatore del colosso statunitense, Howard Schultz.
Vi scrivo oggi con grande preoccupazione, il cuore pesante e una ferma promessa”, si legge nella lettera scritta ai dipendenti. “Noi non rimarremo a guardare, non rimarremo in silenzio mentre l’incertezza sulle iniziative della nuova amministrazione cresce ogni giorno che passa”. Ci sono più di 65 milioni di cittadini del mondo riconosciuti come rifugiati dalle Nazioni unite e noi stiamo definendo piani per assumerne 10.000 nei prossimi cinque anni nei 75 paesi del mondo dove è presente Starbucks. E inizieremo qui negli Stati Uniti, concentrandoci inizialmente su questi individui che hanno servito le truppe Usa come interpreti e personale di supporto nei diversi paesi dove il nostro esercito ha chiesto sostegno”
L’azienda ha inoltre offerto la propria mano per aiutare i dipendenti interessati dal bando sull’immigrazione dell’amministrazione Trump, dichiarando che “farà il possibile per aiutarli e permettere loro di districarsi in un momento tanto difficile”.
Schultz è anche intervenuto sulla questione del muro che Trump vuole costruire al confine con il Messico, Paese dove Starbucks conta 600 caffetterie con 7.000 dipendenti, affermando che bisogna “costruire ponti, non muri con il Messico”.
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