All’indomani del trionfo di Hillary Clinton nel supertuesday del Nordest, Bernie Sanders ammette che la gara per la nomination e’ finita e che non riuscirà ad ottenere abbastanza delegati per battere la rivale. Il senatore del Vermont, pero’, non ha alcuna intenzione di abbandonare la corsa, e spiega che rimarrà “fino all’ultimo voto”. L’obiettivo è andare alla Convention democratica di Filadelfia con il maggior numero di delegati possibile “a combattere per una piattaforma progressista del partito”.
Hillary Clinton e Donald Trump – dunque – si sentono ormai la nomination in tasca dopo il supertuesday in cinque Stati del nordest americano: Connecticut, Delaware, Maryland, Pennsylvania e Rhode Island. Il tycoon ha fatto subito l’en plein, con percentuali intorno al 60% che gli hanno permesso di fare man bassa di delegati, umiliando sia il senatore Ted Cruz che il governatore dell’Ohio John Kasich. L’ex segretario di Stato ha fatto poker lasciandosi sfuggire il piccolo Rhode Island, conquistato da Bernie Sanders, ma ai fini del numero dei delegati, attribuiti in modo proporzionale, cambia poco. Ormai entrambi i frontrunner si stanno avvicinando al numero magico per strappare la nomination al primo voto e già guardano al loro duello personale.
“È andata, per quanto mi riguarda è andata, mi considero il presunto candidato” repubblicano, ha commentato il magnate nella sua Trump Tower dopo aver partecipato al Gala che celebra le 100 persone più influenti del mondo secondo Time, classifica in cui anche lui è stato incluso. «Vinceremo al primo voto», ha assicurato. “Batteremo Hillary facilmente”, ha promesso dopo averla attaccata in modo aggressivo. “Tornerò a Filadelfia con la maggioranza dei voti e dei delegati vincolati, uniremo il nostro partito per vincere queste elezioni”, ha promesso Hillary, che spera nel futuro sostegno di Sanders.
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