Il muro del Brennero, Ue: non è la soluzione giusta
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Il muro del Brennero, Ue: non è la soluzione giusta

Intanto sono scoppiate nuove proteste a Idomeni: Atene e Skopje si accusano reciprocamente. Continuano gli sbarchi in Sicilia

Il muro del Brennero, Ue: non è la soluzione giusta
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12 Aprile 2016 - 14.16


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“Quello che sta accadendo al confine tra Italia e Austria non è la soluzione giusta”. Lo ha detto il Commissario europeo Dimitri Avramopoulos parlando alla plenaria di Strasburgo e riferendosi ai lavori per la costruzione di una barriera nel Brennero per limitare, se necessario, l’accesso in Austria ai migranti provenienti dall’Italia. Il capo della polizia tirolese Helmut Tomac, citato dal quotidiano Diepress, ha spiegato che la struttura sarà lunga 250 metri e interesserà sia l’autostrada che la strada statale. Nella prima fase di lavori sarà modificata la segnaletica stradale. A fine maggio, ha spiegato Tomac, potrebbero partire i controlli, anche se sarà il ministero dell’Interno di Vienna a stabilire quando saranno avviati.

“La Commissione europea molto preoccupata” per l’annuncio austriaco di voler costruire una barriera al Brennero. Lo ha specificato la portavoce del Commissario Dimitris Avramopoulos, Natasha Bertaud, dicendo che “abbiamo visto gli annunci” e se saranno messi in atto “dovremo valutarli molto seriamente” per le conseguenze sulla libera circolazione. Sottolineando che “le reintroduzioni dei controlli alle frontiere interne devono essere eccezionali e temporanei”, la Commissione “valuta” le azioni dell’Austria ed Avramopoulos “nel pomeriggio avrà un colloquio con il ministro dell’Interno austriaco”. Bertaud inoltre ha aggiunto che “non ci sono prove di una deviazione dei flussi di migranti dalla Grecia all’Italia” ma sono stati osservati “15mila arrivi in Italia dalla Libia dall’inizio dell’anno”.

Il presidente Heinz Fischer, da “europeista convinto”, si è affrettato a precisare che “i provvedimenti al Brennero non prevedono un muro oppure filo spinato”, assicurando il minor impatto possibile sul transito di persone e merci. “Ma – ha avvertito – servono più controlli per chi vuole entrare in Europa”. Per il momento al Brennero macchine, tir e treni transitano in continuazione senza rallentare. Si vedono anche pochi migranti in viaggi verso nord. “Il numero degli arrivi è stabile. In media transitano 20-25 persone al giorno”, ha confermato Roberto Defant, dell’associazione Volontarius che si occupa dell’accoglienza di profughi in Alto Adige. “Per il momento – ha detto – non abbiamo segnali che facciano pensare ad un aumento sostanziale”.

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L’assessore Pederzini: così il Brennero torna a essere il simbolo della divisione. L’assessore di Brennero Giovanni Pederzini ha fatto sapere che né sull’autostrada né sulla principale via cittadina si vede alcun tipo di movimento. “Ieri sera verso le 19 ho percorso entrambe le vie d’accesso per l’Austria e non ho notato niente di diverso dal solito. Mi sono fermato anche in un punto strategico da cui si può vedere tutta l’autostrada ma non c’era niente. Forse nel pomeriggio si muoverà qualcosa, ma noi non sappiamo nulla”. E non si sa neppure la data in cui effettivamente dovrebbero partire i controlli: “Forse per maggio, ma il governo di Vienna non ci ha informati”. Si tratta quindi solo di aspettare e vedere quale sarà il flusso dall’Italia verso nord. Per ora si tratta di piccoli numeri: ogni giorno una manciata di richiedenti asilo prova ad attraversare il confine, a piedi oppure in treno.

“Lo scorso anno abbiamo intercettato 27 mila profughi – ricorda il sindaco Franz Kompatscher -, ma molti altri hanno attraversato il confine senza che entrassero in contatto con la nostra rete di accoglienza”. Se questi saranno i numeri anche nel 2016, le previsioni sono che il blocco austriaco determinerà un ingorgo al Brennero. Tanto che si parla già dell’allestimento di una tendopoli nella piazza del mercato cittadino. Mario Deriu, referente per il sindacato di polizia Siulp al Brennero, spiega: “Tutto è condizionato all’arrivo dei profughi. Si tratterà di vedere anche quali conseguenze avrà la chiusura lungo la rotta balcanica: siccome questo esodo è come una diga in piena che ha rotto l’invaso, da qualche parte l’acqua dovrà defluire ed è possibile che defluisca verso il Brennero”. Intanto il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, commenta: “Con Schengen e la fine dei controlli di frontiera il Brennero era diventato un simbolo dell’Unione europea, ora torna ad essere simbolo della divisione”.

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Tensione a Idomeni. Intanto sono scoppiate nuove proteste a Idomeni, il campo profughi al confine greco-macedone. Come succede ormai da giorni, Atene e Skopje si accusano reciprocamente dopo il tentativo domenica di centinaia di migranti di forzare la frontiera. Atene ha puntato il dito contro il governo macedone di “uso eccessivo della forza”. “È una grande vergogna per la societa’ europea e per un paese che ne vuole far parte”, ha affermato il premier Alexis Tsipras ha affermato il capo del governo di Atene. Skopje ha reagito sostenendo che la polizia greca e’ stata troppo passiva di fronte al tentativo dei migranti di forzare il passaggio. “Nel corso degli incidenti, la polizia greca non ha neanche cercato di intervenire e fermare gli incidenti”, ha fatto sapere in una nota il ministero dell’Interno macedone.

Secondo Medici senza Frontiere, dei dieci migranti ricoverati domenica, solo un paio sono ancora in ospedale. Da domenica circa 300 profughi hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche perché la polizia macedone ha usato gas lacrimogeni e, secondo il governo greco e le ong, anche proiettili di gomma: al termine, almeno 200 migranti avevano problemi respiratori, 30 avevano ferite causate dal proiettili di plastica e 30 altre lesioni.

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Il presidente greco, Prokopis Pavlopulos, ha criticato duramente la Macedonia per gli incidenti e li ha definiti “inaccettabili” per un Paese che aspira a unirsi all’Ue e alla Nato”, “comportamenti” che “non hanno posto” ne’ nell’Ue né nell’organizzazione transatlantica. Il portavoce del servizio greco di coordinamento della crisi, Giorgio Kyritsis, ha parlato di “uso eccessivo e squilibrato” della violenza, accusando Skopje di aver creato “una situazione molto difficile in territorio greco”. Il governo greco ha aggiunto di aver inoltrato “proteste molto forti” con le autorità macedoni e anche contro altri Paesi europei che hanno inviato osservatori “sul lato macedone”, tra cui Slovenia e l’Ungheria. “Preoccupazione” è stata espressa dall’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu.

Emergenza nel Mediterraneo. Continuano gli sbarchi in Sicilia: la nave ‘Diciotti’ della Guardia costiera ha salvato 740 migranti nel Canale di Sicilia. Due le operazioni che hanno visto all’opera l’unità navale. Ma i soccorsi non si fermano. Nave ‘Fulgosi’ della Marina militare, impegnata nel dispositivo “Mare sicuro”, è intervenuta in aiuto di un gommone avvistato al largo della Libia con numerosi migranti a bordo.

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