Oltre 1.600 condanne a morte. Ecco il numero di esecuzioni che lo scorso anno sono state eseguite in 25 Paesi del mondo: più di 1.634. Dato che ha segnato un aumento di più del 50% rispetto al 2014, il numero più alto mai registrato dal 1989. La denuncia arriva da Amnesty International: Iran, Pakistan ed Arabia Saudita sono responsabili dell’89% delle esecuzioni.
La cifra totale non include però la Cina dove secondo l’organizzazione per i diritti umani si ritiene che ci siano state altre migliaia di esecuzioni, ma non ci sono conferme sulle cifre.
Amnesty cita anche i Paesi che hanno abolito il ricorso alla pena capitale lo scorso anno: dalle Fiji a Madagascar, al Congo-Brazzaville e Suriname, alla Mongolia, che ha adottato un nuovo codice penale in vigore a breve.
La Cina è il Paese in cui si ritiene vengano eseguite più condanne a morte (seguita da Iran, Pakistan, Arabia Saudita e Stati Uniti): si ritiene che lo scorso anno nella Repubblica Popolare siano stati uccisi in migliaia e altrettanti condannati a morire. Per quanto emergano segnali che il numero delle esecuzioni nel Paese sia diminuito negli ultimi anni, il riserbo che circonda l’argomento rende impossibile una conferma definitiva.