Era stato riconosciuto dal tassista come possibile terrorista dell’aeroporto di Zaventem, ma non è così. Faical Cheffou, il giornalista da giorni sospettato di essere l”uomo col cappello di Zaventem’, e ieri rilasciato, si è detto completamente innocente, contro l’Isis e assicura di non aver alcun legame con gli attentatori di Bruxelles. Queste le parole del suo avvocato, Olivier Martins, il quale ha spiegato che, dopo l’arresto, ha chiesto agli inquirenti di verificare telefono, impronte, dna, corporatura di Cheffou: “Credo che il riconoscimento del tassista sia all’origine dell’errore giudiziario”, ha detto Martins.
Il legale ha ammesso: è vero che Cheffou è passato in prossimità della fermata della metro Maelbeek appena dopo che il kamikaze si è fatto esplodere, ma è perché abita nelle vicinanze. “Chiaramente il giudice istruttorio ha stimato che i risultati ottenuti finora lo discolpano e ha deciso di rimetterlo in liberta’ ieri”, ha detto Martins. “Quando ho visto il giudice mi ha semplicemente detto che le verifiche in corso lo stavano scagionando , ma non siamo entrati nei dettagli. Se avessimo ritrovato una delle sue impronte nell’appartamento di rue Max Roos a Schaerbeek (dove i terroristi hanno fabbricato le bombe, ndr) lo sapremmo, ma non si e’ mai posta la questione durante gli interrogatori”, ha detto.
Il giornalista freelance, che da sempre difende i diritti dei musulmani a Bruxelles, ha smentito anche di aver reclutato candidati jihadisti nel parco Maximilien a Bruxelles.
Il sindaco di Bruxelles aveva emesso una diffida nei sui confronti a settembre che gli impediva di entrare nel parco trasformato in un campo per migranti. Il giornalista freelance era stato anche coinvolto in una rissa. Fu allora che contatto’ l’agenzia Belga per giustificare il suo ruolo di agitatore e denunciare la mancanza di comunicazione tra gli organizzatori della piattaforma dei cittadini messa in piedi per aiutare i rifugiati.