Nel piano di guerra Usa in Libia c'è l'Italia
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Nel piano di guerra Usa in Libia c'è l'Italia

Lo rivela il Nyt che spiega come funzionerà la guerra di Libia. Renzi da Barbara D'Urso ha smentito? Si vede che ancora non sapeva...<br>

Nel piano di guerra Usa in Libia c'è l'Italia
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8 Marzo 2016 - 16.12


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Il Pentagono ha presentato alla Casa Bianca un piano dettagliato per aggredire la crescente minaccia dell’Isis in Libia, insieme agli alleati Italia, Francia e Regno Unito. Almeno questo è ciò che sostiene il New York Times.

Gli Stati Uniti avrebbero pronta, quindi, una serie di opzioni a partire da quella che prevede un fuoco di fila di bombardamenti aerei. L’obiettivo dei possibili raid sono campi di addestramento, centri di comando, depositi di munizioni e altri siti in cui si raggruppano i militanti dello Stato islamico: almeno 30-40 ‘target’ in quattro aree del Paese nordafricano.

Quindi l’Italia andrà in guerra contro la Libia? Eppure il premier Renzi lo ha smentito categoricamente domenica in tv…

Salta ancora il voto di Tobruk sul governo in Libia. Intanto per mancanza di numero legale anche oggi, dopo il nulla di fatto di ieri, il Parlamento di Tobruk non ha potuto riunirsi per votare la fiducia al governo di unita’ nazionale libico del premier designato Fayez al Sarraj. Lo riferisce l’emittente Libya’s Channel.

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Già ieri la seduta era stata rinviata per mancanza di quorum “nonostante la presenza del presidente del parlamento, Aqila Saleh”, riferisce l’emittente. Un tentativo di votare la fiducia era fallito anche la settimana scorsa e da meta’ febbraio vi sono stati altri tentativi infruttuosi da parte della presidenza di mettere al voto il varo dell’esecutivo.

Domani a Roma sit-in al Pantheon contro la guerra. E per domani alle 15.30 in Piazza del Pantheon, in occasione della discussione alla Camera sulle crisi internazionale, con particolare riferimento alla situazione in Libia e al possibile intervento italiano, e dopo le decisioni assunte al vertice Ue-Turchia di lunedì, le organizzazioni sociali che lavorano sui temi della pace e per i diritti del migranti organizzano un sit-in con conferenza stampa. “Di fronte ai conflitti che infiammano gran parte del nord Africa e del Medio Oriente – si legge in una nota dei promotori – la risposta non può essere l’intervento armato. La storia degli ultimi 25 anni lo dimostra: gli interventi in Afganistan, Iraq, Libia, Siria hanno prodotto ulteriori tragedie e aggravato i conflitti, portando alla destabilizzazione dell’intera regione. Ma le guerre hanno anche costretto migliaia e migliaia di persone a fuggire dal proprio paese per sfuggire alle bombe, alla violenza, alla devastazione. L’Ue contro queste persone sta conducendo un’altra guerra, non meno drammatica, nei suoi effetti, di quella combattuta in armi: da Calais a Idomeni, dalla Turchia all’Austria, i nuovi nemici sono migranti e profughi, che anziche’ accoglienza trovano muri e barriere di filo spinato”.

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Emergency: preoccupati per l’eventuale intervento militare. Emergency, in una nota, si è detta “preoccupata dal deteriorarsi della situazione in Libia e dal susseguirsi di notizie incerte in merito a un possibile intervento militare. Si rischia di ripetere l’errore del 2011, con la guerra contro Gheddafi, che ha innescato una spirale di violenza che ha travolto la Libia e destabilizzato tutta l’area”.

Un ulteriore intervento armato “non farebbe altro che contribuire al caos libico, mettendo a rischio anche il nostro Paese.La guerra non ha risolto nessuno dei conflitti degli ultimi anni. Gli interventi internazionali in Afghanistan, in Iraq, in Siria e in Libia non hanno portato pace e democrazia, ma hanno aggravato la situazione alimentando violenza e terrorismo. A pagare il prezzo sono sempre i civili, da Tunisi a Parigi, gli stessi civili che Emergency cura nei suoi ospedali per le vittime della guerra in Afghanistan, Iraq e Libia”.

La comunità internazionale “deve rimettere in campo le prerogative della politica estera e della diplomazia per trovare strumenti efficaci alternativi alla guerra che ha dimostrato tutta la sua inutilità. Emergency chiede che il dibattito su questi temi torni al Parlamento e avvenga nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione: l’Italia ripudia la guerra”.

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