Almeno 33 migranti, di cui 5 bambini, sono morti in un nuovo naufragio nel mar Egeo. L’imbarcazione con la quale tentavano di raggiungere la Grecia, si è capovolta. A riferirlo è un responsabile della Guardia Costiera turca. I migranti erano partiti dalla provincia turca di Canakkale e cercavano apparentemente di raggiungere l’isola greca di Lesbo. La guardia costiera turca continua le ricerche di eventuali superstiti nel punto in cui è naufragato il barcone, al largo della cittadina turca di Ayvacik. Non si sa ancora quanti fossero i migranti a bordo. Tra le vittime anche cinque bambini, molti sono i ricoverati con gravi sintomi di ipotermia. I passeggeri erano di nazionalità siriana, afgana e birmana. Anche giovedì scorso 24 migranti, di cui 10 bambini, sono morti in un naufragio al largo dell’isola greca di Samos.
“I titoli dei giornali, dei siti e le breaking news delle tv non bastano più. Nell’Egeo, una delle porte della nostra civile Europa, c’è un “genocidio in mare” quotidiano di bambini al quale ci stiamo colpevolmente assuefacendo”, dice Andrea Iacomini Portavoce dell’Unicef Italia. “L’Unione Europea – afferma – batta un colpo, è una questione che riguarda tutti dalla Svezia alla Grecia passando per il nostro Paese. Ci sono bambini ogni giorno inghiottiti dall’acqua, affondano impotenti su “Titanic di carta” continuamente senza sentire o leggere una riga di cordoglio e nessuna presa di posizione immediata, concreta e operativa. Perchè?” Prosegue Iacomini “Torno a chiedere come nei giorni scorsi corridoi umanitari sicuri e l’istituzione di una giornata di lutto in tutti i paesi membri in ricordo di questi bambini che certo non lava le nostre colpe ma che rappresemterebbe un segnale di civiltà, il riconoscimento di saper piangere sui nostri errori. Questi episodi devono finire, è un massacro”.
Intanto la Guardia Costiera italiana fa sapere che la scorsa notte le navi Dattilo (121 persone) e Fiorillo (95 persone) della Guardia Costiera hanno tratto in salvo 216 migranti a bordo di due gommoni alla deriva nel canale di sicilia. La richiesta di aiuto era giunta, attraverso telefoni satellitari, nella tarda serata di ieri alla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che ha coordinato le operazioni di soccorso. Tra i migranti tratti in salvo, tutti di origine sub sahariana , anche una donna in stato di gravidanza.