Uccisa una dottoressa italiana in Kenya
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Uccisa una dottoressa italiana in Kenya

Nel corso della rapina feriti altre due italiane che vivevano con lei. Rita Fossaceca era in Africa per conto di un'associazione umanitaria internazionale

La dottoressa Rita Fossaceca, uccisa in Kenya
La dottoressa Rita Fossaceca, uccisa in Kenya
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29 Novembre 2015 - 10.02


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La dottoressa Rita Fossaceca, che lavorava a Novara, è stata uccisa nel corso di una rapina nella casa dove viveva con altre 6 persone in Kenya a Majomboni, a 20 km dalla località turistica costiera di Malindi. Sono rimasti feriti anche due infermiere dell’ospedale di Novara: sono Monica Zanellato e Paola Lenghini. Le loro condizioni non sono particolarmente gravi. Lavoravano con lei per la ForLife Onlus, fondata dal professore Alessandro Carriero. Le tre dovevano tornare in Italia domani. Rita è stata uccisa da un colpo di pistola mentre cercava di proteggere la madre, assalita con un machete.

Le autorità locali escludono, però, la pista dell’azione terroristica. Intanto la Farnesina sta tenendo informati e assistendo i familiari in Italia mentre il personale dell’ambasciata d’Italia a Nairobi sta seguendo il caso e sta aiutando i tre connazionali rimasti feriti.

“Non sappiamo cosa sia accaduto di preciso, sono sconvolto”, ha detto Alessandro Carriero, medico di Novara che ha fondato la onlus nel 2006. Carriero dirige il Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, dove la dottoressa lavorava. “Era il mio braccio destro – ha aggiunto tra le lacrime – non so come farò ad andare avanti”.

La donna si trovava da una quindicina di giorni in Kenya, dove l’associazione sostiene l’orfanotrofio di Mijomboni, che ospita una ventina di bambini. Per la vittima non si trattava della prima esperienza da volontaria in Africa. “Hai fatto tanto bene in Kenya, Malindi, Watamu”, ha scritto Jacie Kim, un’amica, sul profilo Facebook della vittima appena appresa la notizia della sua morte.

Solo il 5 luglio scorso un operatore turistico bergamasco quarantenne, Andrea Maffi, era stato ucciso a coltellate nella sua casa a Watamu, sempre vicino a Malindi, dove vive da quasi 15 anni.

Gentiloni: sincere condoglianze. Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni ha espresso cordoglio per la morte del medico italiano. “Le mie più sincere condoglianze e il mio pensiero alla famiglia della Signora Fossaceca, una persona che so essere molto amata e rispettata per la sua profonda dedizione e il suo impegno a difesa dei più deboli, malati e donne in Africa. Tutti gli italiani rimasti coinvolti nel feroce atto di violenza di ieri, si trovano in Kenya per fare del volontariato con una Onlus, una scelta coraggiosa ed ammirevole di cui essere orgogliosi”.

Governatore del Molise, notte di dolore. Rita era di origini molisane, per questo il governatore del Molise Paolo di Laura Frattura, non appena appresa la notizia della tragedia in Kenya, ha detto: “Una notte di dolore per tutto il Molise. La notizia dell’uccisione della dottoressa Rita Fossaceca ci lascia senza parole: siamo vicini alla famiglia e alla comunità di Trivento”. “Perdiamo una donna, un medico – ha aggiunto -, che nella sua vita ha dato l’esempio con il suo impegno umanitario, con la sua dedizione ai più deboli. Per noi sconcerto e sofferenza pieni”.


Ong, siamo costernati e senza parole
. “Siamo costernati. Senza parole”: è quanto si legge sul sito di For Life Onlus. “A volte succedono cose inspiegabili. La dottoressa Rita Fossaceca non c’è più, ha dato tutta se stessa per l’orfanotrofio e l’infermeria di Mijomboni. Vittima, ha pagato con la vita il suo grande amore per i bambini. Rita siamo tutti con te, il nostro pensiero va anche agli altri 5 volontari che sono ancora in Kenya e speriamo tornino presto. Grazie a tutte le persone che ci sono vicine in questo momento” scrive la ong.

Amnesty Italia: i volontari come delle truppe di pace ma disarmate. “È una notizia bruttissima. In un momento in cui in tanti si spostano, viaggiano da una parte all’altra del mondo con una carica di odio, la dottoressa al contrario era partita per una ragione nobile: fare del bene ai bambini del Kenya”. Lo ha affermato il portavoce della sezione italiana di Amnesty International, Riccardo Noury.

“Quello dei volontari italiani nel mondo è un tributo pesante: sono le nostre truppe di pace disarmate che cercano di fare del bene e di portare pace dove lavorano – ha aggiunto ancora Noury – la dottoressa era partita dall’Italia carica di amore per i bambini e ha cercato di fare cose conrete per loro e la popolazione locale”.

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