Un esempio degli effetti collaterali del clima dall’allarme instillato dai media? La guerra di propaganda va di pari passo con quella reale in Iraq e Siria. E può inciampare su se stessa.
Il fatto. Questo è quanto sembra essere successo ieri, quando diversi siti e molti messaggi su Twitter hanno diffuso la notizia di un attacco aereo francese su una scuola a Mosul, roccaforte dell’Isis in Iraq, con un bilancio di 28 studenti uccisi. E già era pronta la condanna del Gran Mufti dell’Egitto, che ha parlato di “vergogna per la Francia”, ma la notizia è stata smentita da fonti locali e governative.
Le voci su un presunto attacco sono circolate per ore, con diversi tweet che citavano come fonte “il ministero della Difesa iracheno”. Ma nessuna dichiarazione di questo genere era mai stata fatta. Il sito in arabo della Tv Russia Today ha scritto che la notizia era stata data dall’agenzia tedesca Dpa. Ma il sito Middle East Eye, che ha ricostruito la vicenda, ha detto che la stessa Dpa ha smentito. A parlare per primo del presunto attacco era stato invece un tweet dell’emittente Deutsche Welle, che però poi è stato cancellato. Il generale Najim al Jubury, il comandante dell’esercito iracheno per la provincia di Ninive, di cui Mosul è capoluogo, ha affermato che “nessuna scuola è stata colpita e nessuno studente è morto”, invitando i media alla “massima cautela” nel trattare le voci a suo avviso diffuse dallo stesso Isis.