Belgio, rientrato allarme antrace: era solo farina

Nella grande moschea situata nel Parco del Cinquantenario, erano state trovate buste contenenti una 'polvere sospetta'.

La grande moschea di Bruxelles, situata nel Parco del Cinquantenario a poche centinaia di metri dalle istituzioni europee
La grande moschea di Bruxelles, situata nel Parco del Cinquantenario a poche centinaia di metri dalle istituzioni europee
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26 Novembre 2015 - 17.50


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Gli esperti della polizia scientifica chiamata ad esaminare la polvere bianca ritrovata oggi nella Grande moschea di Bruxelles hanno annunciato che si tratta di semplice farina. A riportarlo sono media locali concordanti. Le forze di sicurezza, allarmate per il ritrovamento nella moschea di un pacco contenente vari sacchetti di quella che inizialmente si è sospettato essere antrace, hanno in via precauzionale evacuato l’edificio e posto tutti coloro che vi erano entrati in contatto- 7 persone in tutto- a verifiche e decontaminazione.
Evacuata una moschea. La grande moschea di Bruxelles, situata nel Parco del Cinquantenario a poche centinaia di metri dalle istituzioni europee, è stata evacuata dopo il ritrovamento di diverse buste contenenti una “polvere sospetta”. Lo indica il sito de ‘Le Soir’ citando il portavoce dei pompieri di Bruxelles, Pierre Meys. Per recuperare le buste ed analizzarne il contenuto, sul posto è arrivato il laboratorio della Protezione Civile come previsto dalla “procedura per l’allarme antrace”. Il ‘Team anti-gas’ dei pompieri sta sottoponendo a decontaminazione 11 persone, tra cui due poliziotti, seguendo le procedure per l’allarme antrace.

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Blitz ad Auvelais: nessun fermato. Una operazione anti-terrorismo che ha portato anche alla chiusura per un tratto dell’autostrada è stata portata a termine ad Auvelais, nessuno sarebbe stato fermato. Sarebbero state perquisite le case di due magrebini.

Intanto intanto continuano le indagini sui terroristi ricercati per la strage del 13 novembre: i nomi di Salah Abdeslam e Mohamed Abrini, ma anche quelli dei fratelli Abaaoud erano sulla lista di 85 soggetti sospettati di radicalizzazione preparata dall’Ocam (l’organo belga per l’analisi della minaccia, ovvero il coordinamento anti-terrorismo) ed inviata al borgomastro di Molenbeek, Francoise Schepmans. La lista di Molenbeek fa parte degli elenchi “informativi” che da quasi un anno l’Ocam, con aggiornamenti ogni due mesi, invia ai borgomastri ed ai capi delle polizie locali dei comuni interessati.

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Emergono nuovi dettagli su Mohamed Abrini, ricercato numero uno assieme a Salah Abdeslam: aveva un’attività proprio accanto alla casa del terrorista del Thalys, Ayoub El Khazzani, che il 21 agosto scorso fu fermato da due marines americani prima che sferrasse l’attentato sul treno Bruxelles-Parigi sul quale era salito carico di armi. Abrini era uno dei soci di un salone da parrucchiere a rue Ransfort n.3, a Molenbeek, e un numero più avanti c’era l’appartamento dove viveva El Khazzani fino ad agosto. Secondo quanto riporta la stampa belga, sembra che entrambi frequentassero la stessa moschea che si trova in quella strada.I raid lanciati da polizia ed esercito tra la notte di domenica e le prime luci di lunedì in Belgio, con 29 perquisizioni tra Bruxelles, Charleroi e Liegi, hanno permesso di sventare una serie di attentati multipli nella capitale. Lo scrivono i quotidiani L’Echo e De Tijd citando “fonti ben informate”, ripresi da praticamente tutti i media belgi.

Gli inquirenti in Belgio stanno cercando “dieci individui” che potrebbero compiere attacchi simili a quelli del 13 novembre a Parigi “con armi pesanti” e con “attentati suicidi”. Lo indica il ministro degli esteri e vicepremier belga, Didier Reynders, in una intervista a ABC News che sarà trasmessa stasera. Per ‘armi pesanti’ il ministro intende “fucili Kalashnikov o forse anche più di questo”. Quanto agli obiettivi ha indicato che “la minaccia più importante riguarda i grandi magazzini ed i centri commerciali”.

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E’ ancora caccia a Salah Abdeslam, il ricercato numero per le stragi di Parigi. Ma la polizia è sulle tracce anche di Mohamed Abrini che l’11 novembre sarebbe stato ripreso in un video nella pompa di benzina a Ressons, sull’autostrada in direzione di Parigi. Intanto emergono nuovi particolari sull’operato di Abdelhamid Abaaoud, la ‘mente’ della strage, morto nel blitz della polizia francese a Saint Denis il 18 novembre.


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