Strage di Parigi: raid in corso a Molenbeek
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Strage di Parigi: raid in corso a Molenbeek

La polizia belga sta conducendo in questi minuti sei raid in diverse aree di Bruxelles. Obiettivo: scovare l'entourage di Bilal Hadfi, uno dei kamikaze dello Stade de France.

La polizia belga sta conducendo sei raid in diverse aree di Bruxelles
La polizia belga sta conducendo sei raid in diverse aree di Bruxelles
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19 Novembre 2015 - 10.21


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Dopo quello a Saint-Denis è l’ennesimo blitz in pochi giorni. Francia e Belgio non hanno pace. Le forze speciali belghe stanno conducendo in questi minuti sei raid a Molenbeek e in altre aree di Bruxelles. Le azioni puntano a scovare persone vicine a Bilal Hadfi, uno dei kamikaze nei pressi dello Stade de France, di venerdì.

Il giallo di Abdelhamid Abaaoud. Il blitz di ieri a Saint-Denis a parigi ha portato a 3 morti e otto arresti. Ancora è mistero sulla morte di Abaaoudil ‘cervello’ degli attacchi di Parigi. Secondo i media del Belgio, sarebbe morto nel corso dell’attacco della polizia a Saint-Denis. Anche secondo il Washington Post, che cita fonti dell’intelligence, la ‘mente’ degli attentati è morta ucciso nel raid di ieri. Ancora non ci sono conferme.

Il premier belga. Mentre si susseguono le nuove operazioni della polizia belga, Charles Michel, ha respinto le critiche rivolte ai servizi di sicurezza del paese dopo gli attentati di Parigi. In un discorso in cui ha invocato l’unità nazionale pronunciato davanti alla Camera dei Deputati, Michel ha detto: “Non accetto le critiche volte a denigrare il lavoro dei nostri servizi di sicurezza” ed ha reso noto che «ieri, a Saint-Denis, un attentato è stato impedito tra l’altro grazie alle informazioni fornite da squadre belghe”.

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Il Belgio aumenta gli sforzi contro il terrorismo dopo gli attentati di Parigi, dunque. Il primo ministro Charles Michel ha annunciato un ulteriore stanziamento di 400 milioni di euro per potenziare l’intelligence. In un discorso al parlamento federale, Michel ha annunciato l’introduzione di una serie di misure di sicurezza, tra le quali l’arresto per i combattenti che ritornano dalla Siria e la chiusura dei luoghi di culto non riconosciuti.

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