Putin con la Francia: l'Isis come Hitler
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Putin con la Francia: l'Isis come Hitler

Il presidente francese incontrerà Barack Obama a Washington martedì 24 novembre, mentre sarà a Mosca dal presidente russo il 26. Anche l'Iran si unisce alla Francia

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17 Novembre 2015 - 17.47


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Dopo gli attacchi di matrice terroristica che hanno messo in ginocchio Parigi venerdì scorso, si inasprisce da parte della Francia l’azione militare contro la Siria. E la Russia non lascia da solo Francois Hollande, il quale ha parlato al telefono con l’omologo russo, Vladimir Putin, per parlare del “coordinamento degli sforzi” contro lo Stato islamico. Hollande incontrerà Putin giovedì 26 novembre a Mosca e Obama due giorni prima a Washington. “È stato deciso in particolare di assicurare contatti più stretti e il coordinamento delle attività tra le agenzie militari e i servizi di sicurezza dei due Paesi nelle operazioni contro i terroristi”, ha spiegato il servizio di stampa del Cremlino.

Il presidente russo Vladimir Putin ha reso noto di aver dato istruzioni al comandante dell’incrociatore portamissili Moskva, dislocato nel Mediterraneo, di stabilire “contatti diretti” con le unità militari francesi in arrivo “a breve” nell’area (la portaerei Charles De Gaulle, ndr) “per cooperare con loro come alleati” nel quadro dell’operazione contro l’Is in Siria.

Putin ha poi detto di aver dato istruzioni al comandante dell’incrociatore portamissili Moskva, dislocato nel Mediterraneo, di stabilire “contatti diretti” con le unità militari francesi in arrivo “a breve” nell’area (la portaerei Charles De Gaulle, ndr) “per cooperare con loro come alleati” nel quadro dell’operazione contro l’Is in Siria.

Hollande: la nostra risposta deve essere spietata. “La nostra risposta deve essere spietata sia all’esterno che all’interno”, ha detto il presidente francese parlando alla conferenza generale dell’Unesco. “Bisogna più che mai rifiutare la paura, la divisione e l’odio e scegliere la vita, la cultura, la condivisione”. “Siamo in guerra contro il terrorismo jihadista – ha ribadito – gli assassini non hanno portato nessuna traccia di civiltà”. “Non cederemo al terrorismo – ha aggiunto – sospendendo il nostro modo di vivere, non rinunceremo a nulla. Dopo l’emozione e il lutto, la Francia con la stessa dignità saprà far fronte restando la stessa”.

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Parigi resterà la città dei teatri e dei musei. Hollande ha anche tenuto a precisare che “Parigi resterà la città dei teatri, dei cinema, dei musei, dello spettacolo dal vivo, perché la cultura sarà sempre di casa in Francia”. “Tutti i musei saranno aperti per potere fare scoprire ai visitatori le meraviglie che esistono nel nostro patrimonio – ha detto – La Francia è un Paese aperto e rimarrà aperto a tutte le arti, le musiche, le creazioni, il pubblico”.

Gli incontri con Putin e Obama. Come detto Francois Hollande incontrerà il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Washington martedì 24 novembre, mentre sarà a Mosca dal presidente russo, due giorni più tardi, il 26. La visita a Washington, si legge in una nota della Casa Bianca, “sottolineerà l’amicizia e la solidarietà tra gli Stati Uniti e la Francia, nostro più antico alleato”. Obama e Hollande, continua il comunicato, “si consulteranno e coordineranno gli sforzi per assistere le indagini francesi sugli attacchi” del 13 novembre scorso, “discuteranno un’ulteriore cooperazione nel quadro della coalizione anti-Is di cui fanno parte 65 Paesi e riaffermeranno la determinazione condivisa nell’affrontare la piaga del terrorismo”.

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Rohani a Hollande: pronti a cooperare. Anche l’Iran si è detto pronto a una “collaborazione”, anche a livello di intelligence, con la Francia nella lotta contro il “terrorismo”. Ad affermarlo è stato il presidente iraniano Hassan Rohani, in un colloquio telefonico con il suo omologo francese, a pochi giorni dalla strage di Parigi.

Evidenziando la necessità di “intensificare” la campagna contro il sedicente Stato islamico (Is) in Iraq e Siria, Rohani ha dichiarato che “l’eliminazione dei terroristi” nei due Paesi arabi deve essere “la priorità” per la comunità internazionale. A questo proposito Rohani – stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna – ha evidenziato che l’Iran auspica la “formazione di un fronte unito contro il terrorismo a livello globale”.

Mogherini: “Aiuti bilaterali, non missione Ue”. Il ministro degli Esteri dell’Ue Federica Mogherini, intanto, ha specificato che gli aiuti alla Francia, in base all’articolo 42.7 del Trattato di Lisbona, saranno su base bilaterale, non con una missione di difesa e sicurezza dell’Unione europea, che avrà il coordinamento degli aiuti. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza ha ricordato che “è la prima volta che viene applicata la clausola di difesa comune della Ue”.

Ue, la sicurezza della Francia ha la priorità sul bilancio. E Pierre Moscovici, commissario Ue agli affari economici, ha specificato che “in questo momento terribile la sicurezza dei cittadini in Francia e in Europa è la priorità assoluta, e la Commissione Ue lo capisce pienamente”. Moscovici ha chiarito di “essere cosciente” che il piano di bilancio presentato dalla Francia non include le spese militari annunciate lunedì ma ha sottolineato che le conseguenze saranno analizzate in futuro: “La sicurezza è prioritaria e finanze pubbliche sane sono complementari”.

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Ministro della Difesa francese: “Tutti contribuiranno rapidamente”. Jean-Yves Le Drian, ministro della Difesa francese, si è definito “colpito” dal sostegno promesso dagli altri stati in così breve tempo: “Ogni paese ha detto che aiuterà. Quindi penso che ogni paese contribuirà in un modo o nell’altro, che sia in Medio Oriente o in altri teatri. Tutti saranno all’appuntamento, rapidamente”.

Pinotti: “Massima disponibilità italiana”. L’Italia, da parte sua, ha “assicurato alla Francia la massima disponibilità”, fa sapere il ministro della Difesa Roberta Pinotti. La quale ha ricordato che sul piano militare “l’Italia fa già molto perché siamo tra i primi contingenti in Iraq per la lotta all’Isis”, ma è disponibile a dare anche altre forme di sostegno. Anche se, precisa il ministro, “escludo un intervento in Siria. Non escludo il rafforzamento dell’intervento in Iraq, nel senso che lo stiamo rafforzando. Mentre i numeri previsti per la nostra missione dal decreto precedente erano attorno alle 500 persone, il decreto che in questo momento è in discussione al Parlamento ne prevede 750”.

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