di Alfred McCoy
Il motivo per cui gli Stati Uniti stanno premendo con tutte le forze perché, dopo contratto della “Transpacific Partnership (TPP)” si estorca la firma di un accordo analogo anche all’Europa (TTIP), formalmente dice di voler legare più strettamente i partner in “comunità di libertà e prosperità”. Ma le pressioni perché questi contratti vengano firmati prima della scadenza della presidenza di Obama, in realtà mirano a concludere una carriera che prometteva molto, e termina in senso opposto.
C’è però una logica nel fatto che la Germania sia diventata l’epicentro della resistenza felice a contratti che le vengono “offerti” dal Paese più potente del mondo. In primo luogo, la certamente ha nulla da guadagnare da questa operazione, anci può perdere l’influenza dominante in Europa. In secondo luogo, oggi è il Paese più democratico del cosiddetto. Emisfero occidentale e non vuole rinunciare a quel che è stato pagato a caro prezzo dopo le avventure del Terzo Reich e della DDR. E in terzo luogo, perché è abbastanza forte e determinata per resistere alle aspirazioni di orchestrare un nuovo ordine economico mondiale.
Queste affermazioni vengono sostenute da esempi come la grande manifestazione anti TTIP a Berlino il 9 ottobre, e dai tre milioni e mezzo di firme alla petizione che chiede di non accettarli. Non meno importante è la dichiarazione del Presidente del Parlamento tedesco, Norbert Lammert: “Non c’è possibilità che il Bundestag ratifichi l’accordo commerciale tra l’UE e gli USA, nella cui redazione non è stato coinvolto ed a cui non è in grado di proporre le modifiche”. Anzi secondo il commentatore Jakob Augstajn, la Germania ” pensa che il TTIP potrebbe diventare il maglio neoliberista che distruggerà lo stato sociale in Europa“.
Ma guardiamo le cose più da vicino:la “TPP – Trans-Pacific Partnership” è un accordo fra Stati Uniti ed 11 Paesi del Pacifico (Giappone, Malesia, Vietnam, Singapore, Brunei, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Messico, Cile e Perù) sui fondamenti di un mercato unico, come la CEE di una volta. Si tratta di circa il 40 per cento del commercio mondiale.
Lato positivo: i grandi firmatari non pagheranno più le tariffe commerciali e di quote per l’accesso al mercato degli Stati Uniti e la promozione dei diritti sindacali in Asia (soprattutto in Vietnam), mentre gli Stati Uniti contano su una maggiore occupazione per 900.000 nuovi posti di lavoro, la prevenzione della tratta di esseri umani, vantaggi per le imprese multinazionali, limitando inoltre i sussidi per la pesca e le sanzioni per le violazioni ambientali. Il tutto, la proliferazione di scambi reciproci.
L’elenco delle critiche però è molto più lungo. Prima di tutto, l’accordo non comprende la Cina, ed è chiaro che l’ intenzione è quella di bloccare il suo progresso. Vi è poi la segretezza delle trattative ed il fatto che i vari Paesi devono accettare o mano fatto compiuto ( l’India ha detto no). Perfino al Congresso degli Stati Uniti viene garantita la possibilità di discutere, ma non cambiare il patto. Gli Stati Uniti dagli altri Paesi firmatari importano beni per 852 miliardi di dollarie e ne esportano per 698, con uno squilibrio di oltre 150 miliardi che dovrà essere rimosso. Le misure rigorose per proteggere i diritti di proprietà intellettuale sono aumentate da 5-8 a 12 anni, impedendo in tal modo la concorrenza di prodotti generici a basso costo per il mercato farmaceutico. Inoltre saranno estese alcune garanzie, per esempio, la” Philip Morris” ha fatto causa in Australia e Uruguay a causa degli avvertimenti sui pericoli del fumo che non comparivano sui pacchetti di sigarette .
Adesso parliamo di “Tisa”, che è sinonimo di accordo per lo scambi di servizi: questo tipo di negoziati si sta svolgendo con massima riservatezza a Ginevra e comprende rappresentanti da 50 “stakeholders” che coprono il 70 per cento dei servizi del settore mondo. Robert Reich, economista e di alto rango ed esperto nella gestione per tre presidenti ( Ford, Carter e Clinton) , definisce nelle sue lezioni dice che “c’è solo una cosa che è più spaventosa del TPP, e si chiama Tisa”.
La CNBC afferma “da “fonti confidenziali ” che si tratta di una forte concorrenza per privatizzare i servizi quali l’assistenza sanitaria e del bambino, le poste, i media, e poi acqua, energia, trasporti, istruzione, ecologia .“Tisa” prevede che anche quei servizi che con la privatizzazione hanno dato scarsi risultati non potranno mai essere restituiti alla giurisdizione dei governi. Si tratta di un tentativo di stabilire il definitivo monopolio della proprietà privata a livello planetario.
James Hall, del “Global Research Center” afferma che “si vede il coltello nella mano invisibile del mercato” e continua cosi: “E’ stato sempre sottolineato che l’umanità economica e sociale, non è mai stata realmente oggetto di accordi internazionali, dove si tratta di eliminare i concorrenti e rendere ubbidienti gli altri governi : oggi le èlites vogliono che gli Stati nazionali e gli accordi commerciali globali accelerino l’assimilazione del sistema in cui vi è posto per una sola bandiera”. Forse questa è una valutazione è esagerata, ma forse no, perché nessuno sa che cosa i contratti prevedano realmente .
L’accordo economico e commerciale globale rappresenta “una nuova generazione di accordi con cui le grandi imprese tendoni a sopraffare la democrazia e limitare i diritti fondamentali” . In base ad un accordo simile, esiste possibilità che le società facciano causa allo Stato per chiedere il risarcimento della perdita di potenziali profitti a causa delle decisioni di un Paese. I critici di questo contratto lo paragonano al cavallo di Troia, che in questo caso ha bisogno di contrabbandare le aziende americane attraverso il suolo canadese con le loro carni di esportazione pompate con gli ormoni e le piante geneticamente modificate, perché il trattato abolisce il 92 per cento delle barriere per i prodotti alimentari .
Il “TTIP “ rappresenta dunque il documento centrale che racchiude la strategia americana “dei tre Continenti”, e dato che è così importante maggiormente attira critiche e attacchi.
Ci sono sei punti di tale accordo che fanno paura:
Privatizzazione dei servizi: b][tutti i servizi pubblici della Ue, in particolare sanità e l’istruzione , vengono aperti alla privatizzazione[/b], e le aziende statunitensi sono le più ricche. Contrariamente alle affermazioni della Commissione europea che i servizi pubblici restano intatte, ministro del Commercio britannico, Lord Livingston, ha detto infatti che il tema “è ancora sul tavolo” e puà dare vita ad un business redditizio.
Cibo ed ecologia: L’intenzione è che le norme europee si avvicinino ai regolamenti americani, o siano meno rigorose. L’Unione Europea vieta l’uso di ormoni della crescita nella produzione alimentare e gli alimenti geneticamente modificati, mentre in America questi rappresentanr il 70 per cento dei prodotti alimentari. Nell’Unione europea, la società è tenuta a passare alla prova che le sostanze utilizzate non sono dannose, mentre negli Stati Uniti questo va dimostra solo successivamente, in caso di avvelenamento o di controversia. L’America utilizza 82 tipi di pesticidi vietati nell’UE.
Norme bancarie: in questo campo, per la prima volta gli inglesi temono che Londra possa cadere nell’ombra di Wall Street ,dato lo stato dominante di istituzioni finanziarie americane. Dopo la crisi, la UE ha imposto controlli molto rigorosi sulle banche e considera loro esclusiva responsabilitàr le conseguenze negative del business. Il timore è che il TTIP faccia cadere le limitazioni dando troppo potere ai banchieri.
Privacy: Si teme che sotto la pretesa della lotta contro le merci contraffatte, violazione del copyright, il controllo di farmaci generici potrebbe scivolare attraverso il perseguimento di sollievo, l’accesso ai dati, che viola la privacy.
Rapporti di lavoro: è molto probabile che i regolamenti comunitari siano soggetti a norme USA per lavori di livello più basso e l’e,iminazione dei sindacati. L’esperienza dei 12 anni di funzionamento del NAFTA (North American Free Trade Agreement) ha fafto sì che in Canada e Messico andasse perso un milione di posti di lavoro, invece, l’economia americana attrae maggiori investimenti e posti di lavoro.
Democrazia: TTIP intende introdurre un meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori e stati (ISDS) in cui le imprese hanno il diritto di citare in giudizio lo Stato e chiedere un risarcimento per mancato guadagno a causa di una decisione adottata. I critici sostengono che si tratta di uno spreco di sovranità dello Stato. Per esempio, la società svedese “Vattenfall” ha citato in giudizio lo Stato tedesco perché ha approvato una legge sulla costruzione di centrali nucleari, in base alla quale che la società ha subito un danno di miliardi di dollari , e adesso chiede che le venga rimborsato. Nel mondo ci sono già più di 500 processi simili e l’adozione di ISDS li ridurrebbe a mero dibattito sul valore del risarcimento, perché lo Stato verrebbe considerato colpevole a priori. In altre parole, i governi statali come istituzioni elette più o meno democraticamente , perderebbero ogni importanza in relazione alla società.
Che cosa significa tutto questo? Come i sostenitori della “Partnership” spiegano – promettendo torri e castelli ai politici in vista delle elezioni – rimuovere le barriere commerciali migliorerà l’efficienza dell’economia, accelererà la crescita delle esportazioni, influenzerà la diminuzione dei prezzi dei prodotti, nonché una massiccia creazione di posti di lavoro.
E’ indubbio che questa sia una possibilità teorica. I calcoli del “Peterson Institute for International Economics”, prevedono 295 miliardi di dollari di utile netto, il che significherebbe un aumento del 0,53 per cento del PIL nella regione asiatica, e porterebbe solo il Vietnam a guadagnare fino al 14 per cento di crescita della produzione industriale. Tuttavia, sarebbe ancora più vantaggioso per l’America , con una cresciuta prevista di 119 miliardi, ossia il 40 per cento del totale.
Il Trattato Atlantico Organizzazione (TTIP), chiamato in gergo “la NATO Economica” promette di elevare il profitto annuo totale dell’UE di 120 miliardi di euro, l’economia europea e il suo PIL crescerebbe su questa base dello 0,5 per cento, senza alcun investimento particolare. Per effettuare un calcolo ancora più attraente per le masse, la promessa è che ogni famiglia nella UE incassi dai 545 ai 655 euro all’anno, solo grazie alla razionalizzazione e riduzione dell’ influenza dell’amministrazione statale.
Quindi è possibile che le centinaia di migliaia di manifestanti e gli oltre 3,5 milioni di firmatari della petizione contro TTIP siano pazzi e non vedano i vantaggi loro offerti? Attenzione, queste non sono offerte ma promesse, e questo è il motivo principale della protesta:per dirla più chiaramente, non c’è alcuna garanzia che le promesse si realizzaranno perché tutti i calcoli e le disposizioni chiave sono avvolte nel segreto, anche per i Parlamenti dei Paesi firmatari che hanno bisogno di verificarli.. Oggi questo è il metodo dominante di comunicazione economica. Non a caso, l’India ha rifiutato il TPP pur calcolando che mantenere la sua identità le costerà 4 miliardi di dollari l’anno. Lo stesso hanno fatto Indonesia, Thailandia compredendo bene che l’obiettivo principale del TPP è di ” contenere l’espansione commerciale della Cina”, e quindi il suo sviluppo e il progresso in ogni campo. Sempre secondo i calcoli del “Peterson Institute” ,in futuro l’export cinese sarà ridotto di 46,8 miliardi di dollari.
Non meno minaccioso contro gli “altri” è il TTIP che si cerca di imporre all’Europa: si stima che la Russia perderà il 2 per cento della crescita del PIL, come anche Argentina e India. Un altro obiettivo del TTIP è quello di rendere la UE meno dipendente nell’energia da fonti russe, ma questo si dovrebbe ottenere non stimolando le energie rinnovabili, ma sostituendo il petrolio americano a quello russo. Grazie alle nuove procedure, gli americani nel 2014 hanno prodotto 3 miliardi di barili di petrolio e ne hanno esportati solo 126 milioni , per lo più in Canada. Allo stesso tempo , tengono gelosamente per sé il gas che inquina meno .
Il petrolio è assolutamente necessario al mercato europeo. L’intenzione di singere la Russia fuori dal commercio con la UE e di creare la più potente comunità economica del pianeta, inevitabilmente spingerà gli altri a mettersi insieme, li unirà nell’ antagonizzare l’Occidente, ed un ritorno a forme primitive di commercio (baratto) forse dovrà essere incluso nelle tendenze del mondo
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Il gioco è molto pericoloso. La Cina ha cercato di resistere dando vita al RCEP – partenariato economico regionale globale che conta sull’adesione di India, Giappone, Australia, Corea del Sud, e potrebbe rendere più oscure le ambizioni americane, servendo come valvola di contrappeso ai membri TPP che si scoprissero troppo pressati o dominati dal membro più potente.
Allo stesso tempo, il gioco promette di essere continuato in modo da influenzare il Parlamento europeo sull’impatto della conclusione TTIP, insistendo con le promesse- SI giura che “. TTIP stimolerà il commercio, sradicherà la povertà e promuoverà lo sviluppo sostenibile nei La verità viene pronunciata sottovoce: “Il fatto che partner commerciali possano eliminare gli obblighi reciproci, renderà le loro esportazioni molto più competitive rispetto ad altri paesi, e la firma del il contratto potrebbe influenzare l’eliminazione di vari regimi preferenziali che sono estremamente favorevoli ai Paesi in via di sviluppo da parte dell’Unione europea … “.Qualunque cosa significhi, questa affermazione non promette nulla di buono per l’Organizzazione mondiale del commercio, che, intenzionalmente o no, ha avviato il processo di. globalizzazione. Il capo della delegazione e commissario europeo per le relazioni commerciali dell’UE, Cecilia Malmstrom, ha detto che già a partire dall’inizio del “TTIP” Unione potrà vedere una crescita di 92 miliardi in termini di PIL e creare una zona con 800 milioni di consumatori. Dal momento che non è mai che in una transazione uno guadagni e l’altro non perda, è chiaro che questo significa che il TTPI sarà un “contrappeso al potere crescente della Cina”.
Alla domanda di un giornalista su come possa un ministro propagare senza riserve il progetto di Partnership nonostante l’enorme resistenza dell’opinione pubblica, la signora ha risposto: “Io ho un mandato ottenuto senza l’opinione pubblica d’Europa.” E questa risposta riflette i sentimenti di potere dietro il progetto. Un altro dei sostenitori del TTIP, il vice ministro italiano, Carlo Calenda, condanna gli avversari dicendo: “La mobilitazione contro TTIP nasconde una battaglia ideologica contro l’economia di mercato, o addirittura contro l’America” Va aggiunto che circa 200 deputati europei si sono rifiutati di discutere il TTIP, considerandolo un tentativo di dominazione pericoloso l’UE.
Ed a questo punto sarebbe ragionevole chiedersi dove sono le radici della sfiducia nell’economia di mercato e cosa genera l’antiamericanismo. Viviamo in un tempo in cui la fiducia è stata completamente fratturata nei confronti di qualsiasi istituzione e questo non è venuto darabbia, ignoranza o pregiudizi ideologici, ma dall’ esperienza fatta con il sistema ideologico ed economico che domina e vuole aumentare ancora suo potere a livello globale. La sua forza trainante, lo sappiamo bene, è costutita dal saccheggio e dall’ avidità. E ‘ingenuo credere che nel terzo millennio scompariranno tali impulsi elementari, essi si sono sofisticati ed evoluti in un’ideologia che sopprime “tutto ciò che non fa mangiare” : l’umanesimo, l’arte , la sensibilità …
*Wisconsin University