Dopo lo schianto dell’aereo russo nel Sinai che è costato la vita ai 224 passeggeri e i numerosi disagi che sono seguiti nell’aeroporto di Sharm, l’amministrazione Usa ha lanciato un nuovo allarme sicurezza per i propri aeroporti, chiedendo di rafforzare i controlli sul personale degli scali che ha accesso libero in zone senza sorveglianza. Si tratta di oltre 900 mila dipendenti in più di 450 aeroporti nel Paese.
Alcuni funzionari credono che l’ipotesi più probabile è che a far cadere l’Airbus sia stata una bomba (qausi sicuramente dell’Isis) e che gli attentatori abbiano approfittato delle lacune nella sicurezza all’aeroporto di Sharm el-Shiekh per far arrivare l’ordigno sul velivolo. Molti i timori sulle lacune nel modo in cui i dipendenti aeroportuali sono controllati.
La Transportation Security Administration (Tsa), che supervisiona la sicurezza nel trasporto aereo, si basa sugli operatori di oltre 450 aeroporti del Paese per controllare i dipendenti. Gli aeroporti utilizzano appaltatori della Tsa per fare il controllo dei precedenti penali, tra cui il database sul terrorismo, lo status di immigrazione legale ed eventuali condanne. Tuttavia, secondo un funzionario a conoscenza delle vulnerabilità della sicurezza dell’aviazione americana, lo ‘screening’ dei dipendenti è motivo di preoccupazione. “I controlli della Tsa sono solo una parte”.