Ankara, Il governo punta l'indice contro due kamikaze dell'Isis
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Ankara, Il governo punta l'indice contro due kamikaze dell'Isis

Il primo ministro Davutoglu indica lo Stato Islamico come probabile responsabile. Vicini all'identificazione di uno dei due attentatori. Manifestazioni in tutto il paese

Ankara, Il governo punta l'indice contro due kamikaze dell'Isis
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12 Ottobre 2015 - 11.27


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Proseguono i tentativi di identificazione dei corpi di due terroristi uomini, che è accertato siano stati attentatori suicidi”, spiega in una nota il governo turco. Non c’è ancora una rivendicazione ufficiale, ma per le autorità turche è l’Isis il sospettato numero uno per il terribile attentato di sabato ad Ankara, costato la vita a un centinaio di persone (97 secondo il governo, 128 secondo le fonti curde).

Le autorità turche sono vicine all’identificazione di uno dei due kamikaze della strage di sabato ad Ankara. Lo ha detto in un’intervista alla tv privata Ntv il premier Ahmet Davutoglu. “Se si esamina il modo in cui questo attentato è stato compiuto, noi consideriamo le indagini sul Daesh (acronimo arabo dell’Is) la nostra priorità”, ha dichiarato Davutoglu.
Il quotidiano filo-governativo Yeni Safak riporta che il dna trovato sui resti dell’ordigno è stato confrontato con quello delle famiglie a cui appartengono 20 turchi inclusi dalle autorità nella lista di potenziali kamikaze.

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Sembra da scartare dunque la presenza di una donna nel commando suicida.I eri altre indiscrezioni mediatiche ipotizzavano che uno degli attentatori suicidi fosse il fratello di quello della strage di Suruc, in cui il 20 luglio furono uccisi 33 attivisti filo-curdi. La polzia comunque è ormai a un passo dall’identificazione di uno dei due responsabili.

Manifestazioni Tutto il paese è mobilitato per manifestare solidarietà con le vittime della strage. Oggi e domani centinaia di migliaia di turchi, con lo slogan “Fermiamo la vita”, si asterranno dalle loro attività per partecipare alle decine di manifestazioni organizzate in tutta la nazione. Inoltre, l’invito è a esporre drappi neri in case, luoghi di lavoro e auto in segno di lutto. Il governo aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale che si concluderanno domani.

A proclamare due giorni di sciopero erano state inizialmente alcune sigle di categoria, tra cui la più grande associazione dei medici turchi (Ttb), che rappresenta l’80% dei dottori, quella di ingegneri e architetti (Tmmob) e i sindacati del settore pubblico e privato Kesk e Disk. Ieri si è aggiunta la mobilitazione di cittadini comuni, che attraverso l’hashtag #HayatiDurduruyoruz, appunto “fermiamo la vita”, hanno deciso di annullare diversi corsi universitari e appuntamenti di lavoro. Inoltre, l’invito è a esporre drappi neri in case, luoghi di lavoro e auto in segno di lutto. Oltre ai funerali di alcune delle vittime, anche oggi sono previste manifestazioni in tutta la Turchia per ricordare la strage. Il governo aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale che si concluderanno domani.

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