L’Isis ha fatto saltare in aria la prigione di Palmira, carcere-simbolo della repressione del regime degli Assad. Le immagini della distruzione della “prigione della morte”, pubblicate online, mostrano diversi jihadisti mentre piazzano quelle che sembrano essere cariche esplosive. In una i jihadisti sono accanto all’effige dei due Assad, il padre Hafez e il figlio Bashar. Poi l’esplosione e gli edifici in macerie.
Altre immagini dell’Isis mostrano un video girato dai miliziane nel carcere della morte. Non che lo Stato Islamico sia rispettoso dei diritti umani…
Il regime di Damasco ha usato per decenni il carcere contro chiunque abbia osato non allinearsi. La prigione è il luogo “dove chi entra è perduto e chi esce è rinato”, recita un motto popolare. Decine, forse centinaia di intellettuali, giornalisti, avvocati e attivisti sono finiti nelle celle del deserto di Palmira e sottoposti a torture di ogni genere. Molti di loro non sono mai più usciti vivi. Il 27 giugno del 1980 il carcere è stato teatro del massacro dei seguaci della Fratellanza musulmana , protagonista all’epoca di un’insurrezione armata in alcune città siriane all’indomani del fallito attentato contro Hafez Assad.