Touil: sono inocente. Ma Tunisi non molla

Il governo tunisino: il ragazzo ha avuto un ruolo importante nella logistica dell'assalto. Ma il marocchino, che ha un alibi, dal carcere dice: sono innocente.

Touil: sono inocente. Ma Tunisi non molla
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23 Maggio 2015 - 10.34


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Tunisi. Il portavoce del ministero dell’Interno di Tunisia, Mohamed Ali Aroui si dice assolutamente certo della colpevolezza di Abdel Majid Touil: “Ne siamo certi perché abbiamo un’infinità di prove”.

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Alla domanda su come abbiano fatto a scoprirlo, Aroui replica: “Sono stati gli altri arrestati a parlare di lui e dell’altro marocchino. I marocchini erano in due, uno è lui e l’abbiamo arrestato, l’altro è ricercato”. Alla domanda se potrebbe essere anche lui in Italia, il portavoce tunisino, replica semplicemente: “È ricercato”. “Touil – spiega il funzionario tunisino – si trovava con sicurezza a Tunisi dall’inizio di febbraio, e ha lasciato la Tunisia per andare in Libia, da dove poi è salito sul barcone che lo ha portato in Italia”. Sul ruolo che avrebbe avuto nella vicenda del Bardo a quanto risulta, Aroui spiega: “Un ruolo importante relativo alla logistica, al momento non posso dire di più”, “una rilevante partecipazione indiretta”.

Abdelmajid Touil. Ma il ragazzo è “Provato”, “spaventato” e per la prima volta davanti ad un giudice, dopo quasi tre giorni di carcere, ha voluto subito difendersi dall’accusa di essere un terrorista islamico e di essere coinvolto in quell’attentato rivendicato dall’Isis, in cui sono morti anche quattro italiani. “Sono innocente, non c’entro nulla, non mi spiego come questo errore sia potuto accadere”, ha detto nella prima udienza-interrogatorio del procedimento per l’eventuale estradizione.

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Procedimento dai tempi abbastanza lunghi ed è anche per questo che il suo legale, l’avvocato Elisa Fiorentino, sta già lavorando ad un’istanza per la scarcerazione. Mentre le autorità tunisine, infatti, ribadiscono che il giovane avrebbe fornito “supporto logistico” per il blitz al museo, dai primi accertamenti della Procura di Milano, che è in contatto con i pm romani titolari del fascicolo sulla strage, è venuto a galla che Touil era Milano il giorno dell’attentato. Dopo l’ascolto di numerosi testimoni, proseguono, però, le verifiche degli inquirenti per capire se il marocchino possa avere avuto comunque un ruolo nella pianificazione della strage del 18 marzo. Ad ogni modo, il giovane, malgrado si trattasse di una prima udienza tecnica e formale, oltre a mettere a verbale la sua scontata opposizione alla consegna alla Tunisia, ha professato la sua “innocenza” davanti al giudice della quinta sezione della Corte d’Appello, Pietro Caccialanza, che è andato in carcere, assieme all’interprete che traduceva dall’arabo. “Da febbraio, quando sono arrivato su un barcone dalla Libia – ha raccontato – sono sempre rimasto in Italia, dove sono venuto per ricongiungermi con la mia famiglia a Gaggiano”, hinterland milanese. Touil, tra l’altro, non solo ha spiegato, stando a quanto riferito dal suo legale, di essere stato a lezione di italiano sia il 16 che il 19 marzo, come risulta anche da testimonianze e dai registri della scuola, ma ha fornito pure una versione che ricalca quella di sua madre: “Non sono un jihadista – avrebbe detto – quel giorno ero con lei davanti alla tv a guardare quello che succedeva a Tunisi”. La Tunisia ha un termine di 40 giorni dalla convalida (effettuata ‘de plano’ dal giudice Antonio Nova, due giorni fa) del mandato d’arresto internazionale per inviare alle autorità italiane la richiesta di estradizione con tutte le integrazioni necessarie a chiarire quali condotte vengono contestate nello specifico al 22enne. Per ora, infatti, gli investigatori del Ros e della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, hanno ricevuto da Tunisi solo uno scarno elenco di capi d’accusa. Gli atti che dovranno arrivare, dunque, alla Procura Generale per la requisitoria nel procedimento d’estradizione (il sostituto pg ha tempo 3 mesi per depositarla) potranno essere utili anche alle indagini degli inquirenti, che puntano non solo a ricostruire i movimenti di Touil tra febbraio e il giorno dell’arresto, ma anche il perché del suo passaggio per la Libia.

“In un caso del genere tutte le fasi del procedimento d’estradizione potrebbero svolgersi in tempi più rapidi”, ha spiegato il legale Fiorentino, che ha fatto capire anche che sta lavorando ad un’istanza di scarcerazione da presentare alla Corte d’Appello già sulla base dei primi riscontri che “scagionano il mio assistito”, trasferito dal carcere di San Vittore a quello di Opera in una cella di alta sicurezza. Quel che è certo, a detta di inquirenti ed investigatori, è che l’arrestato è la persona che la Tunisia cercava. E sul punto il legale ha chiarito che al momento “non è emersa l’ipotesi di uno scambio di persona”.

Nel frattempo, sempre stando alle procedure, entro 10 giorni dalla convalida del mandato d’arresto ai fini dell’estradizione il Ministero della Giustizia dovrebbe inviare un atto di mantenimento della custodia in carcere a carico del marocchino.

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