“Tristemente ai giorni nostri – ha detto il Papa nella messa che ha celebrato nel Rizal Park di Manila e che conclude il suo viaggio nelle Filippine – tutte le famiglie hanno bisogno di protezione contro attacchi insidiosi e programmi contrari a ciò che abbiamo di vero e sacro, tutto ciò che è più bello e nobile nella nostra cultura”. Il Papa non ha esemplificato il concetto. Recentemente la Chiesa filippina ha criticato la legge sulla salute riproduttiva, poi sottoposta a giudizio della Corte suprema e approvata con modifiche.
Un “giardino meraviglioso”, del quale ci è stato “chiesto di prenderci cura”, ma ne abbiamo “sfigurato la bellezza”, e “attraverso il peccato l’uomo ha distrutto anche l’unità e la bellezza della famiglia umana, creando strutture sociali che perpetuano povertà, ignoranza e corruzione”. Così il Papa nella messa conclusiva a Manila, cui ha partecipato una folla di milioni di persone nel “Grandstand Rizal Park”.
Non c’è ancora una quantificazione ufficiale dei presenti, decine di migliaia dei quali sono stati sotto la pioggia dalla scorsa notte. Per tutta la mattina la pioggia è caduta incessante, ma le persone sono rimaste imperterrite, coprendosi con cerate gialle, azzurre, impermeabili di fortuna e qualche ombrello. Il Papa ha cominciato la messa con una mezz’ora di anticipo; fortunatamente nel corso della celebrazione, la pioggia a poco a poco ha cessato di cadere, e ora, verso la fine, non piove più.
Il Papa ai giovani: davanti ai tanti media, non siate museo – “Ambiente, integrità morale, che è importante in questo Paese, e poveri, come hanno ricordato i vescovi”, “amare i poveri, fare qualcosa per i poveri”, ha detto il Papa al termine di una ampio discorso a braccio davanti a 30mila giovani filippini, per sintetizzare il discorso che aveva preparato, e che non ha pronunciato. “Questo – ha detto – era quello che volevo dirvi oggi, perdonatemi perché non ho detto quello che avevo preparato, ma una frase mi consola un pochetto: ‘la realtà è superiore all’idea’ e la realtà vostra è superiore a tutte le idee che avevo preparato, grazi davvero, grazie”.
Papa Francesco ha incontrato circa 30mila giovani filippini. Al suo arrivo ha ascoltato le testimonianze di alcuni di loro. Una bimba ha raccontato la sua esperienza di vita per strada. La piccola, che dimostra ancora meno dei suoi 14 anni e ha faticato a completare le sue domande perché è scoppiata a piangere – è ora ospite in una delle case della fondazione TKF, la stessa in una delle cui case, venerdì scorso, Papa Francesco ha visitato circa 300 bimbi di strada. Tra le testimonianze, anche quella di Rikki, che è stata citata e apprezzata dal Papa: Rikki, studente di ingegneria, quando c’è stato il tifone ha inventato un sistema di illuminazione fatto con bottiglie di plastica e componenti economicissime, per riportare la luce nelle case distrutte dal tifone Yolanda del novembre 2013.
Piangiamo quando vediamo “un bimbo senza casa, che soffre, abbandonato, abusato, usato da una società come schiavo?”. Se lo è chiesto il Papa incontrando i giovani, e rilanciando la domanda di Jun, ex bimba di strada che aveva chiesto: “perché Dio permette questo, e perché solo poche persone ci aiutano?”.
Quando il cuore è capace di farsi questa domanda e di piangere, – ha detto il Papa – possiamo capire , c’è una compassione mondana che al massimo ci fa mettere la mano in tasca e dare una moneta: se cristo avesse avuta questo tipo di compassione sarebbe passato, avrebbe curato 3 o 4 persone e se ne sarebbe tornato al Padre”.
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