Alaa Heidar: in Francia arabi e africani uniti dall'alleanza dell'emarginazione
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Alaa Heidar: in Francia arabi e africani uniti dall'alleanza dell'emarginazione

Arabi e africani, in Francia, sono uniti da una sorta di «alleanza» dell'emarginazione: si sfrutta la causa palestinese.

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12 Gennaio 2015 - 14.35


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La segnalazione è arrivata dal direttore dell’agenzia egiziana Mena, Alaa Heidar, commentando l’attacco a Charlie Hebdo dal suo osservatorio privilegiato del Cairo, arricchito da una profonda conoscenza della realtà francese maturata in anni di corrispondenza a Parigi «Gli arabi e gli africani sono stati emarginati e negletti dai governi francesi che si sono succeduti, senza considerare che non si sono adattati alla società francese», ha sostenuto Heidar.

«L’attentato contro la rivista Charlie Hebdo e la presa di ostaggi in un ristorante ebraico sono stati eseguiti da persone di origine africana e algerina», ha ricordato sottolineando che «gli immigrati africani vivono ai margini, le zone in cui abitano non sono come quelle degli ‘autoctonì e anche il livello di insegnamento non è lo stesso».

Heidar, già corrispondente della mena da Parigi negli anni Novanta, ha sostenuto che «c’è stata una sorta di alleanza fra gli arabi e gli africani che patiscono le stesse condizioni, in particolare nelle carceri francesi dove sono condannati per crimini comuni ma da cui» a causa di «povertà», «ignoranza» e «discorsi religiosi radicali, escono terroristi».

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«La causa palestinese e l’ingiustizia di cui il popolo palestinese è vittima sono sfruttati dai gruppi religiosi estremisti per introdurre l’ideologia dello jihad», la guerra religiosa, « e reclutare giovani musulmani nelle file dei jihadisti», ha argomentato ancora il direttore, apprezzato analista di vicende mediorientali. Heidar ha ricordato che c’erano ebrei sia nella rivista Charlie Hebdo, sia nella presa di ostaggi al ristorante.

A suo avviso comunque «questi radicali sono una minoranza della popolazione francese in quanto i musulmani, gli africani e gli arabi fanno parte della società francese, occupano posti eminenti e contribuiscono senza alcun dubbio alla rinasciat e allo sviluppo della Francia». Da parte dei servizi di sicurezza francesi è stato «negligenza e lassismo», ha argomentato peraltro Heidar ricordando che i fratelli Kouachi, gli autori dell’attacco alla sede di Charlie Hebdo, erano stati in carcere in Francia ma erano lo stesso potuti partire per lo Yemen, «dove hanno preso contatto con islamici radicali», e poi tornare in patria: «la polizia avrebbe dovuto essere più vigile».

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