Con 423 sì, 209 no e 67 astensioni Jean-Claude Juncker ha ricevuto la fiducia dei deputati dell’europarlamento, riunito in sessione plenaria a Strasburgo. La nuova commissione europea si insedierà il primo novembre 2014, prendendo il posto dell’esecutivo guidato per 10 anni da José Manuel Barroso. Nel discorso che ha preceduto il voto di fiducia, il lussemburghese Juncker ha posto l’accento sugli aspetti sociali della politica europea, l’ex premier ha annunciato che il piano di investimenti da 300 miliardi di euro, promesso in luglio, verrà presentato entro Natale.
Il nuovo presidente della Commissione europea ha però confermato che non ci saranno “svolte epocali” e che “le regole di stabilità non si cambiano» ma vanno interpretate “con quel margine di flessibilità consentito dal trattato e dai testi giuridici”.
Juncker ha poi sottolineato l’esigenza per l’Eurozona di avere “un’altra ‘tripla A’, quella sociale, altrettanto importante di quella economica”. La nuova Commissione europea “sarà quella dell’ultima opportunità” per la Ue: “O riusciamo a riavvicinare i cittadini o sarà un fiasco totale”. Poi ha dichiarato che “la prossima campagna elettorale nel 2019 dovrà essere una vera campagna paneuropea”. Questo passaggio del suo discorso però è stato fortemente contestato dai parlamentari euroscettici, che hanno gridato: «rubbish» (immondizia). «Rubbish? E lei è ancora lì?» , ha replicato Juncker, con l’eleganza che contraddistingue la sua verve politica.
Novità anche sul fronte dell’allargamento dell’Unione: Juncker infatti ha comunicato che nessun nuovo Paese entrerà a far parte edll’Ue nei prossimi 5 anni: “Non vogliamo creare illusioni nei Paesi candidati all’ingresso – ha spiegato – i negoziati proseguiranno con lo stesso impegno e, se necessario, ci saranno accelerazioni, ma non è realistico pensare che ci saranno nuovi Stati membri dell’Ue nei prossimi 5 anni”.
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