Quando nel 2009 anche il villaggio di Nabi Saleh ha creato il proprio Comitato di Resistenza Popolare, tutto è partito dalle donne. Supportate dai propri mariti e fratelli, sono state le principali artefici dell’inizio della resistenza non violenza in quel piccolo paese della Cisgiordania. E’ un caso peculiare, ma che fa comprendere bene l’importanza e la presenza femminile nella resistenza palestinese.
“Donne della Resistenza – Donne nella Resistenza” è un progetto fotografico che vuole mostrare proprio come nella società palestinese la resistenza quotidiana all’occupazione militare israeliana dimostra una donna che si organizza, fa sentire la propria voce, è in prima fila in piazza, alle manifestazioni ed ai presidi. Immagini tratte in un arco di tempo di tre mesi, tra Nabi Saleh, Ramallah, Al Walaja, Nablus, Kirbet al-Tawit, Tulkarem, Qalqylya, che ritraggono una serie di situazioni in cui la donna palestinese è protagonista di rivendicazioni politiche e sociali.
Donne in marcia per chiedere il rilascio dei prigionieri politici palestinesi o la riapertura di una strada di collegamento nel proprio villaggio. Donne di ogni età ed un maggiore o minore legame nei confronti della tradizione faccia a faccia con l’esercito israeliano, donne che si autorganizzano creando centri di educazione socio-politica per donne o che partecipano ai sit-in cittadini nelle tende di supporto ai detenuti in sciopero della fame. Una serie di scatti che ha generato una ricerca più specifica sulla questione e che vuole essere un omaggio e allo stesso tempo solo l’inizio di un lavoro fotografico e giornalistico da portare avanti nel tempo.
Quando ho iniziato a scattare queste foto nella mia esperienza di volontariato in Palestina, non ho potuto fare a meno di notare la grande presenza femminile in molti contesti. Una presenza che colpisce l’occhio di un occidentale, per quanto già abituato a contesti simili. Dignità, determinazione, coscienza di sè e coraggio sono solo alcuni dei tratti che uniscono questi volti in un viaggio che parte dagli sguardi per dirigersi verso l’analisi sociale e politica.
Si è spesso portati a considerare il ruolo della donna nelle società islamiche come qualcosa di definito e statico. Già solo il concetto di società islamica contiene un errore di fondo, ossia considerare tutte le società, arabe e non arabe, dove la religione prevalente è quella musulmana, come società religiose.
Ovviamente non è così, e anche all’interno di quelle società con un forte radicamento dei principi religiosi e delle tradizioni ad esso legate, il ruolo ed i costumi della donna variano da ambito ad ambito.
In alcuni casi, la donna palestinese è stata in un certo modo “costretta” ad occuparsi anche di questioni che in una società tradizionale non le sarebbero affidate, come è ad esempio per le mogli dei prigionieri politici. In altri casi, dove la distanza tra maschi e femmine è ridotta, questo processo è stato praticamente naturale. E così oggi in Palestina molte donne, oltre a portare sulle spalle il peso della vita quotidiana, iniziano ad occuparsi di politica.