Gaza, scatta la tregua e subito vacilla

Il nuovo cessate il fuoco durerà per cinque giorni, ma i raid israeliani sono durati fino alle 3 di notte. I morti sono diventati quasi duemila

Striscia di Gaza
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14 Agosto 2014 - 09.55


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Sulla Striscia di Gaza è iniziata una nuova tregua di 5 giorni fra israeliani e palestinesi. Prima dell’entrata in vigore, Israele ha effettuato poco dopo la mezzanotte -alla scadenza della tregua di 72 ore annunciata quattro giorni fa- alcuni raid aerei in risposta al lancio di razzi da Gaza. Poi, dalle 3 del mattino ora locale (le 2 in Italia), i raid si sono fermati e così il lancio di razzi, come confermato da una portavoce militare israeliana, citata dall’agenzia di stampa Dpa.

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Hamas, tramite il portavoce Sami Abu Zuhri, «ha negato di aver lanciato ieri sera razzi» contro lo Stato ebraico. Secondo la portavoce dell’Esercito israeliano, tre razzi sono caduti in zone aperte, mentre un quarto è stato intercettato e abbattuto sopra Netivot. Gli ultimi raid israeliani, ha confermato il portavoce del ministero della Salute di Gaza Ashraf al-Qedra, non hanno fatto vittime. Intanto il bilancio delle operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, avviate l’8 luglio scorso, è salito a 1.951 morti e 10mila feriti, come reso noto dal portavoce del ministero della Salute di Gaza. Da parte israeliana, sono morti 64 soldati e tre civili. La nuova tregua scadrà lunedì notte.

Falso allarme. Nessun razzo sparato da Gaza è caduto questa mattina nell’area di Eshkol e le sirene di avvertimento hanno risuonato per un falso allarme. Lo afferma l’esercito israeliano secondo quanto riportano i media dello Stato ebraico. In precedenza, la polizia israeliana aveva annunciato la caduta di un razzo in un’area disabitata di Eshkol, nel sud di Israele.

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Fornitura sospesa. La Casa Bianca ha ordinato al Pentagono e alle forze armate statunitensi di sospendere temporaneamente il trasferimento dei missili Hellfire a Israele, richiesti dallo stato ebraico durante l’operazione militare Confine protettivo nella Striscia di Gaza. Lo scrive il Wall Street Journal, che riferisce del malcontento mostrato dalla Casa Bianca nello scoprire la propria scarsa influenza nel processo di fornitura di armi Usa a Israele. Secondo il quotidiano, i funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato intendono ora verificare ogni richiesta di armi Usa da parte di Israele, invece di lasciare che il processo venga gestito direttamente dagli apparati militari dei rispettivi Paesi. Questa nuova procedura rallenta il processo di approvvigionamento. Si tratta di notizie «infondate», ha replicato al Wsj l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Ron Dermer, sottolineando che «Israele apprezza profondamente il sostegno ricevuto durante il recente conflitto a Gaza, sia dall’amministrazione Obama che dal Congresso».

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