Israele colpisce una scuola a Gaza: è strage

Un edificio dell'Onu bombardato dai militari di Tel Aviv. Decine di morti e centinaia i feriti: questo il primo bilancio. Revocato il blocco dei voli per Tel Aviv.

Israele colpisce una scuola a Gaza: è strage
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24 Luglio 2014 - 15.42


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È di nuovo strage sulla Striscia di Gaza, dopo cheI l’artiglieria israeliana ha colpito a Beit Hanun (nel nord della Striscia di Gaza) una scuola dell’Unrwa (l’ente dell’Onu per i profughi) in cui avevano trovato riparo numerosi sfollati. Fonti mediche riferiscono che ci sono decine di morti e feriti, soprattutto bambini.. Il bilancio è drammatico: 16 morti e circa 200 feriti. Lo ha detto ad una stazione radio locale il direttore dell’ospedale di Beit Hanun.

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Intanto dopo due settimane dall’inizio dell’offensiva militare italiana contro Gaza,sono almeno 746 le vittime palestinesi, in gran parte civili, secondo i servizi di soccorso locali. Il numero dei feriti sale a 4640.

Il Brasile protesta contro le stragi di Gaza – Per protestare contro l’offesniva israeliana il Brasile ha richiamato in patria il proprio ambasciatore: «Il governo brasiliano – recita una nota ripresa dai media israeliani – considera inaccettabile l’escalation di violenza. Condanniamo fermamente l’uso sproporzionato della forza da parte di Israele a Gaza».

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Gli scontri – Sull’altro fronte, secondo l’esercito israeliano, sono morti 32 soldati, in gran parte durante i combattimenti a Gaza, e due civili sono rimasti uccisi dai razzi lanciati da Gaza, uno dei quali ha colpito anche un lavoratore tailandese.

A Gaza, il portavoce del pronto soccorso locale Achraf al-Qodra ha riferito di 66 persone uccise ieri e altre 23 (tra cui 3 bambini) nella notte appena trascorsa in attacchi israeliani, e di due persone deceduto in seguito a ferite, in un bilancio che non smette di aumentare. Questo bilancio, tuttavia – ha precisato – è difficile da verificare, tenuto conto del caos che regna a Gaza, dell’impossibilità di evacuare le vittime e della mancanza di coordinamento tra i servizi di soccorso, mentre cadaveri continuano ad essere estratti ogni giorno dalle macerie delle abitazioni distrutte. Secondo l’Onu, la maggioranza delle vittime palestinesi sono civili.

Secondo l’emittente del Qatar, le ambulanze incontrano grandi difficoltà a entrare in città per prestare i soccorsi a causa degli intensi combattimenti tra le forze israeliane e i miliziani di Hamas.

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Revocato il blocco dei voli – Intanto la Federal Aviation Administration ha revocato il provvedimento di sospensione dei voli americani per e da Israele adottato martedì per timori relativi alla sicurezza dei voli. «Prima di prendere la decisione la Faa ha lavorato con le controparti del governo americano per valutare la situazione della sicurezza in Israele esaminando attentamente sia le ultime informazioni sia le nuove misure adottate dal governo di Israele», ha reso noto l’agenzia statunitense, assicurando che «continuerà a seguire da vicino la situazione intorno all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv».

«Prima di prendere la decisione la Faa ha lavorato con le controparti del governo americano per valutare la situazione della sicurezza in Israele» ha reso noto l’agenzia statunitense, assicurando che «continuerà a seguire da vicino la situazione intorno all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv».

Riprendono i collegamenti aerei anche di Alitalia da e per Tel Aviv. E’ tornato infatti operativo il programma dei voli AZ dal Leonardo da Vinci all’aeroporto Ben Gurion e viceversa. Il primo volo Alitalia (AZ6812) diretto in Israele partirà alle ore 14.40 da Fiumicino.

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L’Egitto sospende i voli per Tel Aviv – La compagnia aerea egiziana Air Sinai, controllata da Egypt Air e l’unica a collegare Egitto e Israele, ha sospeso “sine die” i voli verso Tel Aviv “a causa della situazione pericolosa” in zona. La circostanza ha obbligato l’ambasciatore israeliano a Il Cairo, Haim Corey, assieme a nove diplomatici dell’ambasciata, ad andare a Tel Aviv passando per Amman, in Giordania.

Hamenei: la lotta armata è l’unico modo per affrontare Israele – «La resistenza armata è l’unico modo per affrontare» Israele, il «cui annichilimento è l’unico vero rimedio, anche se questo non significa distruggere gli ebrei in questa regione». È quanto ha affermato la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, nella sua prima dichiarazione ufficiale dall’inizio dell’operazione militare di Israele ‘Margine Protettivò nella Striscia di Gaza.

In un intervento pronunciato davanti agli studenti dell’Università di Teheran – riportano i media iraniani – Khamenei ha quindi ribadito la necessità di convocare un «referendum» nella regione «sull’esistenza» dello Stato ebraico, che egli ha definito «un regime assassino». «Ci sono mezzi logici e pratici per mettere fine a tutto ciò (l’esistenza di Israele, ndr)», ovvero un «referendum aperto a tutti coloro che vivono nella regione, compresi i rifugiati palestinesi. In questo modo – ha concluso Khamenei – il regime usurpatore scomparirà».

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Hamas pronto ad accettare tregua
Il leader di Hamas, Khaled Meshaal, dal Qatar, si è detto pronto ad accettare una tregua umanitaria a Gaza, in cambio della rimozione del blocco israeliano della Striscia. Il premier israeliano Netanyahu definisce ‘una parodia’ la proposta Onu di una commissione d’inchiesta sulle violazioni. A Ginevra è stata infatti approvata una risoluzione che chiede un’indagine su tutte le violazioni nella Striscia di Gaza. I 47 Paesi membri hanno appoggiato la bozza di una risoluzione presentata dai palestinesi: 29 Stati si sono detti a favore (Cina, Russia, Paesi arabi e Latino Americani e africani), uno contro (gli Usa) e 17 (tra i quali alcuni Paesi europei) si sono astenuti.

Onu, possibili crimini di guerra
Su Isreale e Hamas arrivano, intanto, le parole dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu: Navi Pillay ha affermato che lo stato ebraico potrebbe essere chiamato a rispondere di crimini di guerra per gli attacchi compiuti nella Striscia di Gaza, che sollevano la «forte possibilità» di violazioni del diritto internazionale. Pillay ha poi accusato Hamas di «attaccare in modo indiscriminato i civili. Negli attacchi di Hamas e altri gruppi armati palestinesi contro zone civili non sono stati rispettati i principi di distinzione e precauzione».

India appoggia l’Onu sull’inchiesta contro Israele – Dopo aver impedito un dibattito parlamentare sulla crisi nella Striscia di Gaza, l’India ha votato a favore della commissione di inchiesta internazionale dell’Onu che dovrà indagare sulle violazioni nella Striscia di Gaza. In passato, l’India ha sempre sostenuto risoluzioni dell’Onu in cui si condanna la violenza contro la popolazione palestinese e la posizione di New Delhi, scrive oggi The Indian Express, è «in linea con la politica adottata dal governo Narendra Modi e in sintonia con i precedenti governi». Alcune dichiarazioni della ministro degli Esteri Sushma Swaraj in Parlamento in cui diceva che il governo indiano non voleva pregiudicare le relazioni diplomatiche con Israele, avevano fatto pensare a un dietro front nella tradizionale politica pro palestinese di New Delhi.

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