Gaza, ministro di Hamas: qui abbiamo bisogno di tutto
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Gaza, ministro di Hamas: qui abbiamo bisogno di tutto

La denuncia di Osama Alisawi: colpiti ospedali, moschee, scuole e associazioni di disabili. Servono soprattutto farmaci e forniture mediche.

Gaza, ministro di Hamas: qui abbiamo bisogno di tutto
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18 Luglio 2014 - 11.37


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Continuano i raid su Gaza. Il bilancio delle vittime è arrivato a 227. Numeri a cui si aggiungono 286 palazzine completamente distrutte e 1.558 danneggiate. È quanto rivela il ministro dei trasporti della Striscia di Gaza, Osama Alisawi. “Tre ospedali sono stati danneggiati parzialmente, mentre uno per anziani e disabili è stato raso al suolo”, spiega il ministro. Secondo quanto risulta al governo di Hamas, sono state colpite anche moschee, scuole e “persino associazioni benefiche che adottano orfani e bisognosi e un’associazione di disabili con persone dentro pure disabili”, aggiunge Alisawi.

Il ministro conferma che è ancora impossibile aggirare l’embargo. Dall’ascesa del generale Adel Fattah Al Sisi tutti i convogli italiani sono stati fermati anche in Egitto. Gli unici che sono riusciti ad entrare con più di cinque convogli umanitari sono stati “il gruppo musicisti per la pace e anche l’associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese”, afferma Alisawi. “Qui abbiamo bisogno di tutto – prosegue – soprattutto farmaci e forniture mediche”.

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Il governo di cui è parte ha deciso di non firmare il cessate il fuoco mediato dall’Egitto. Queste le motivazioni: “Noi non abbiamo cercato la guerra né l’abbiamo iniziata. Gaza da otto anni è sotto embargo e l’iniziativa egiziana per la tregua è ingiusta perché dà la possibilità ad Israele di ricominciare i suoi atti terroristici in qualsiasi momento”, dichiara il ministro. Le condizioni di Hamas sono “la fine immediata dell’embargo, l’apertura del valico di Rafah, la possibilità per i pescatori di arrivare fino ai 10 miglia e gli agricoltori a coltivare i loro terreni vicini alla linea verde (la terra di confine tra la strisica e Israele, ndr)”. Cita “Restiamo umani”, il motto con cui l’attivista italiano Vittorio Arrigoni, ucciso nella striscia due anni fa, chiudeva le sue testimonianze. Nutre molte speranze nei confronti delle manifestazioni a sostegno di Gaza di questi giorni: “Il tempo non torna indietro, le iniziative mosse queste giorni in tutte le città europee di sicuro cambieranno l’atteggiamento dei governi dei loro Paesi”, dichiara.

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Osama Alisawi si è laureato alla Iuav di Venezia nel 1995. In seguito è tornato a Gaza “per non lasciare soli i miei genitori e per amore della patria”, racconta. Così ha cominciato a lavorare al Dipartimento di Architettura dell’università islamica di Gaza, per poi rientrare in Italia nel 1999 a chiudere il percorso di studi con un dottorato al Politecnico di Milano, sostenuto da una borsa di studio del Ministero degli affari esteri italiano. Alisawi è entrato nel governo palestinese nel 2008 come ministro del trasporto. È stato responsabile anche del ministero della cultura e delle comunicazioni. (lb)

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