Bombe su Gaza, 52 morti e 450 feriti
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Bombe su Gaza, 52 morti e 450 feriti

La notte scorsa l'aviazione israeliana ha colpito 160 obiettivi militari di Hamas: distrutti 120 siti utilizzati per il lancio di razzi.

Bombe su Gaza, 52 morti e 450 feriti
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9 Luglio 2014 - 22.51


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Le sirene di allarme non smettono di suonare a Tel Aviv e la tensione è ormai arrivata alle stelle. La situazione in Medio Oriente è incontrollabile e nella notte ci sono stati nuovi attacchi. L’aviazione israeliana ha lanciato raid aerei contro 160 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza, in risposta ai razzi di ieri contro Israele che hanno causato decine di morti e centinaia di feriti.

Il bilancio attuale delle vittime palestinesi a Gaza in due giorni di raid israeliani sulla Striscia è salito stasera a 52 morti e a 450 feriti. L’aggiornamento giunge dall’agenzia di stampa palestinese Maan. Tra le vittime di ieri ci sono anche donne e bambini. L’attacco più sanguinoso è stato messo a segno contro un’abitazione della città di Khan Yunis, nel sud del territorio palestinese, in cui sono morte otto persone, tra cui un bambino di 8 anni e due adolescenti, e altre 25 sono rimaste ferite.

Almeno cinque razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza: lo ha riferito la radio dell’Esercito israeliano, secondo cui tutti sono comunque stati intercettati in volo da una batteria del sistema di difesa anti-missilistica ‘Iron Dome’.

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Già nella tarda serata di ieri Hamas aveva rivendicato il lancio di quattro razzi contro la città. Il capo portavoce delle Forze di Difesa dello Stato ebraico, generale Moti Almoz, ha riferito che negli ultimi due giorni, da quando cioè è scattata l’operazione ‘Confine Protettivo’, i bersagli attaccati sono stati in tutto circa 430. Tra questi centoventi rampe dissimulate per il lancio di razzi, dieci postazioni di comando e controllo di Hamas e numerosi tunnel sotterranei.

Il generale ha precisato che tra gli obiettivi colpiti ci sono anche due abitazioni di “leader militari di Hamas, così come “uffici del ministero dell’Interno e del servizio di sicurezza nazionale di Hamas”. Secondo la stampa israeliana, negli attacchi è rimasto ucciso un alto esponente dell’ala militare del movimento palestinese Jihad islamica, Hafez Hamad, mentre è sfuggito ai missili israeliani il leader delle Brigate Ezzedin al-Qassam a Rafah, Raed al-Atar.

L’escalation non sembra diminuire: Israele ha richiamato 40 mila riservisti mentre Benyamin Netanyahu ha dato ordine all’esercito di prepararsi per una possibile operazione terrestre che è “sul tavolo”. Il premier, dopo le polemiche di questi giorni su una sua risposta ‘debole’ ad Hamas, ha annunciato chiaro e tondo che Israele “non tratterà più con i guanti” la fazione islamica. “Hamas – ha aggiunto – ha scelto di far salire la tensione e pagherà un prezzo pesante per averlo fatto”.

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La reazione palestinese non si è fatta attendere: il presidente palestinese Abu Mazen si è appellato alla comunità internazionale perché Israele termini “immediatamente” l’escalation’ a Gaza e i suoi raid aerei. Sullo scacchiere internazionale l’escalation in atto sta suscitando forte apprensione: il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha sottolineato la sua “estrema preoccupazione” ed ha condannato il recente lancio di razzi da Gaza su Israele. Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha definito “vile” l’attacco dei razzi su Israele, ma ha espresso preoccupazione per le vittime civili di entrambe le parti.

In fuga le famiglie egiziane al confine con Gaza – Le famiglie egiziane che vivono nei pressi della fascia di confine con la Striscia di Gaza hanno lasciato le loro abitazioni. È quanto rivela il sito del quotidiano egiziano ‘Youm 7’, secondo il quale la popolazione è fuggita verso “zone più lontane, come la città di Sheikh Zuweid, al-Arish e gli altri villaggi distanti dal confine”.

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Gli abitanti dell’area hanno detto a ‘Youm 7’ che “il rumore prodotto dagli attacchi è terribile, le case tremano e le finestre vanno in frantumi”. La gente “si sente in pericolo, i bambini sono terrorizzati” e alcune abitazioni “rischiano di crollare per la violenza del contraccolpo causato dalle bombe che cadono a pochi metri dal confine”. Una fonte di sicurezza egiziana ha tuttavia dichiarato che al momento non sono state registrate violazioni dei confini da parte di Israele e nessuna abitazione egiziana è stata distrutta, ammettendo tuttavia che i vetri di molte finestre sono andati in frantumi e molte famiglie hanno lasciato le loro case.

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