Israele, ucciso un giovane palestinese
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Israele, ucciso un giovane palestinese

Il 16enne era stato bloccato mentre andava a pregare all'alba in una moschea a Gerusalemme est. Si tratterebbe di un gesto di vendetta per l'assassinio dei giovani israeliani.

Israele, ucciso un giovane palestinese
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2 Luglio 2014 - 12.43


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Sequestrato ed ucciso a 16 anni: questa è la drammatica fine di un giovane palestinese, il cui corpo è stato trovato in un bosco a Gerusalemme. A riportare la notizia, la radio militare di Israele, non escludendo che l’omicidio sia stato compiuto da ultrà ebrei in ritorsione come l’uccisione di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania.

La giovane vittima è stata bloccata mentre andava a pregare all’alba in una moschea nell’area di Beit Hanina a Gerusalemme est. Il ragazzo sarebbe stato costretto a salire su un’automobile di colore nero. Il suo corpo è stato trovato un’ora dopo in un’altra zona della città.

Paura per escalation di violenza – Continua dunque a salire la tensione tra i palestinesi e i coloni israeliani dopo la scoperta dei corpi dei tre ragazzi uccisi in Cisgiordania. A Hebron, secondo i media locali, nelle scorse ore decine di coloni di Tel Rumeida avrebbero attaccato alcune abitazioni palestinesi ed un giovane arabo è stato ferito alla testa dopo l’intervento dell’esercito israeliano. Tensioni anche a Gerusalemme ovest dove in nottata alcuni arabi israeliani sono stati malmenati da giovani nazionalisti ebrei.

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Appresa la notizia della morte del ragazzo, circa 200 giovani palestinesi hanno ingaggiato una guerriglia di piazza con la polizia, lanciando pietre e sassi. In risposta, gli agenti hanno esploso granate stordenti e proiettili di gomma; la situazione in città resta molto tesa.

Intanto in migliaia hanno partecipato alle esequie dei tre giovani seminaristi israeliani di una scuola rabbinica, che si sono celebrate ieri a Modein. La sera del 30 giugno l’esercito ha ritrovato senza vita i corpi di Eyal Yifrah (19 anni) Gilad Shaar (16) e Naftali Fraenkel (16) nei pressi del villaggio di Halhul, vicino Hebron in Cisgiordania, dove i tre erano stati rapiti il 12 giugno.

La loro morte ha scatenato la reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale ha promesso di scovare i responsabili del sequestro e dell’uccisione. Egli ha accusato il movimento estremista palestinese Hamas, il quale respinge ogni coinvolgimento e assicura che “ogni offensiva di Israele aprirà le porte dell’inferno”.

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