Egitto, vittoria schiacciante di Al Sissi
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Egitto, vittoria schiacciante di Al Sissi

Hamdeen Sabbahi ha ottenuto solo il 5%. Affluenza bassa: la commissione elettorale aveva deciso di prolungare di un giorno il voto a causa della scarsa partecipazione.

Egitto, vittoria schiacciante di Al Sissi
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29 Maggio 2014 - 09.20


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Il protagonista della cacciata dei Fratelli musulmani lo scorso luglio è il nuovo faraone d’Egitto e successore di Morsi. Come ampiamente previsto, l’ex capo dell’esercito egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sissi, ha ottenuto una vittoria schiacciante alle presidenziali che si sono svolte in Egitto: al termine dello spoglio del 90% dei voti, il generale avrebbe preso il 95% dei suffragi, secondo la televisione di stato.

Vittoria schiacciante – Il suo unico avversario, il leader della sinistra laica Hamdeen Sabbahi, ha ottenuto appena il 5% dei voti validi. Ha ammesso la sconfitta: come riferisce un tweet dell’emittente Al Arabiya, un responsabile dello staff elettorale dell’esponente della sinistra egiziana ha dichiarato che “rispettiamo la volontà del popolo nello scegliere il presidente dell’Egitto”.

Urne vuote – I dati esatti sull’affluenza alle urne non si conoscono ancora, ma martedì la commissione elettorale aveva deciso di prolungare di un giorno il voto a causa della scarsa partecipazione, inferiore al 40% (con 21 milioni di votanti). Ma si tratta ancora di dati ufficiosi e altre stime arrivano al 47%. L’astensionismo appare comunque alto, anche se al secondo turno delle ben più combattute presidenziali del 2012, vinte da Morsi sul filo di lana, la percentuale dei votanti non era stata superiore al 51,8%.

Nei primi due giorni del voto i dati sull’affluenza, al di sotto delle aspettative, avevano portato la Commissione elettorale a prolungare per altre 24 ore la consultazione, sollevando non poche critiche nell’opinione pubblica e anche nei comitati elettorali di Sisi e dello sfidante Sabbahi.

Obama: pressioni sul nuovo governo per fare riforme – “In Egitto sappiamo che le nostre relazioni sono ancorate a interessi di sicurezza – dal trattato di pace con Israele, alla collaborazione contro l’estremismo più violento. Per questo non abbiamo tagliato la nostra cooperazione con il nuovo governo. Ma continueremo a fare pressioni affinché siano fatte le riforme che il popolo egiziano ha chiesto”. Queste le parole del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante il suo discorso all’Accademia Militare degli Stati Uniti di West Point, nello Stato di New York, facendo riferimento alla guerra civile in Siria che ha definito uno dei punti fondamentali della sua azione e dei suoi sforzi in tema di politica estera.

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