La Libia nel caos. Il tentativo, annunciato e poi smentito solo qualche giorno fa, stasera è diventato concreto dopo l’ultimatum lanciato da alcuni potenti gruppi di miliziani che oggi hanno lanciato un ultimatum ai membri del Congresso generale nazionale, la più alta autorità politica del Paese. Un ultimatum che scadrà alle 20.30, secondo quanto dichiarato dai capi di queste milizie ex ribelli e ora integrate nell’esercito regolare.
I parlamentari dovranno lasciare il potere entro cinque ore, hanno detto i miliziani, e coloro che si opporranno saranno arrestati e processati. “Rassicuriamo i libici di non aver sete di potere ma di voler salvare e proteggere il Paese”, hanno dichiarato in un comunicato trasmesso dalla tv libica, i miliziani delle potenti brigate di Al Qaaqaa e Al Sawaeq, originarie di Zintan (dove è detenuto il figlio del colonnello Saif Al Islam), entrate a far parte dell’esercito regolare.
Solo ieri il presidente del Congresso, Nuri Abu Sahmain, aveva annunciato elezioni anticipate per sostituire le autorità di transizione. Nelle settimane scorse proteste si sono verificate in tutto il Paese contro la decisione del Parlamento di estendere il mandato, scaduto lo scorso 7 febbraio, fino al dicembre 2014. Intanto giovedì prossimo i libici sono chiamati a votare per l’Assemblea costituente.
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