All’indomani dello sconcerto suscitato in Grecia tra i partiti dell’arco costituzionale, ma anche tra la gente comune, per la decisione dei giudici che indagano sui deputati del partito neonazista Alba Dorata di scarcerarne tre, il governo di Atene si è sentito in dovere di prendere posizione per bocca del ministro dell’Ordine pubblico Nikos Dendias. “Chi crede che lo Stato democratico farà marcia indietro nella lotta contro il neo-nazismo si sbaglia di grosso e se ne renderà conto presto” ha detto. Andremo fino in fondo, questo è il nostro dovere democratico” ha assicurato Dendias.
Il ministro ha quindi sottolineato che “non si ferma qui” e anzi sarà “ampliata” l’indagine sui tre parlamentari del partito – Ilias Kasidiaris, Ilias Panayotaros e Nikos Michos – arrestati sabato scorso con l’accusa di appartenere a un’organizzazione criminale, nell’ambito delle indagini per l’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas. Per quanto riguarda il fondatore e leader di Alba Dorata, Nikos Michaloliakos, anch’esso a processo il Tribunale di Atene ha confermato la custodia cautelare. Michaloliakos è accusato di “dirigere un’organizzazione criminale”.
In tribunale è apparso anche il numero due di Alba Dorata, Christos Pappas. Poche ore dopo la conferma dell’arresto del leader della formazione di estrema destra Pappas ha tenuto a precisare che il suo partito “parteciperà alle prossime elezioni, qualsiasi cosa accada”. Entrato in parlamento per la prima volta nella primavera 2012, Alba Dorata ha ottenuto quasi il 7% sull’onda dello scontento sociale per la grave crisi economica. L’anno scorso vi sono stati in Grecia 150 attacchi violenti contro immigrati o per motivi politici, e quest’anno 104, la maggior parte attribuiti ad Alba Dorata.