Quattro milioni di civili – di cui oltre la metà bambini – a rischio di malnutrizione dopo due anni e mezzo di guerra civile: è questo il drammatico bilancio del conflitto siriano, secondo il [url”rapporto”]http://www.savethechildren.org/atf/cf/%7B9def2ebe-10ae-432c-9bd0-df91d2eba74a%7D/HUNGER_IN_A_WAR_ZONE.PDF[/url] pubblicato ieri da Save The Children.
La riduzione degli aiuti internazionali, accompagnata alle disastrate condizioni economiche della popolazione, impediscono a quattro milioni di siriani di reperire cibo sufficiente a sfamarsi. In migliaia sono intrappolati in città o villaggi assediati, dove le battaglie tra esercito governativo e gruppi di opposizioni sono la quotidianità. Il crollo della produzione agricola e delle attività economiche ha inoltre provocato un innalzamento dei prezzi dei beni di consumo, in alcuni casi aumentati del 100%. Il risultato è drammatico: un bambino ogni 20, nella sola area di Damasco, è malnutrito.
“Il prezzo del cibo è raddoppiato nel mio villaggio e non ci possiamo permettere di mangiare. Latte, pane, tutto è raddoppiato – racconta Jinan, una madre siriana, a Save The Children – I bambini hanno fame di continuo. E senza nutrizione, si ammalano”.
Ieri l’agenzia delle Nazioni Unite, World Food Program, ha chiesto un cessate il fuoco immediato per permettere alle associazioni umanitarie di raggiungere i civili e portare loro gli aiuti necessari alla sopravvivenza. Se ne parlerà oggi all’apertura dell’Assemblea Generale dell’Onu. Oggi il WFP riesce a coprire i bisogni di 3 milioni di persone in Siria e di 1,2 milioni di rifugiati nei Paesi vicini. E ora l’obiettivo è raggiungere anche i 4 milioni di sfollati nel Paese e i restanti 300mila rifugiati fuori.
La Siria è ormai un Paese distrutto dal punto di vista economico: secondo dati dell’Onu, circa sette milioni di persone (il 30% della popolazione totale) è finita a vivere sotto la soglia di povertà, dopo l’inizio della guerra civile a causa del collasso dei settori agricolo e industriale.
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