Sale di ora in ora il tragico bilancio degli scontri avvenuti al Cairo ed altre città egiziane durante le manifestazioni indette da sostenitori ed oppositori del presidente islamista deposto Mohamed Morsi. Secondo quanto riporta l’agenzia di stato Mena, citando fonti ospedaliere, 75 persone sono rimaste uccise ed oltre mille ferite negli scontri.
Il maggior numero di morti si registra nel quartiere del Cairo di Nasr City, dove decine di persone sono rimaste uccise durante una carica di polizia ed esercito contro la folla. Lo ha riferito Gehad el-Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani, cui fa capo lo stesso deposto capo dello Stato.
“Non sparano per ferire, sparano per uccidere”, ha denunciato Haddad. “Le lesioni da proiettile sono alla testa e al torace”.
La violenza sarebbe esplosa in piena notte, quando agenti delle forze di sicurezza in assetto anti-sommossa avrebbero attaccato un raduno organizzato dalla Fratellanza nei pressi della moschea di Rabaa al-Adawiya, la roccaforte islamista nella capitale.
In un primo momento gli agenti avrebbero lanciato lacrimogeni contro i dimostranti. Poi, davanti al rifiuto di questi ultimi di disperdersi, la polizia avrebbe cominciato a sparare ad altezza d’uomo, secondo il racconto di Haddad.
Altri sette morti si sono registrati ad Alessandria. Il bilancio totale delle autorità è ancora fermo a 9 morti e decine di feriti.